OFFSIDE
E c'è chi critica ancora il VAR...
Le due partite tra Lugano e Beer-Sheva hanno dimostrato che la tecnologia è fondamentale
Pubblicato il 12.08.2022 08:54
di L.S.
Gli alibi sono le giustificazioni dei deboli. Certo, è così, nella vita meglio non prendere scuse quando le cose vanno male. Meglio guardare in casa propria e cercare di correggere gli errori.
Fin qui siamo tutti d’accordo.
Poi però c’è anche la sfortuna, componente importante e le ingiustizie, che sono in agguato dietro l’angolo a frustrare anche le migliori intenzioni.
Tornando allo sport e alle due partite del Lugano in Conference League, una cosa appare chiara ed evidente, senza voler fare per forza del vittimismo. I bianconeri sono stati pesantemente penalizzati.
Sarebbero stati eliminati lo stesso? Possibile, ma non certo.
L’episodio della mancata espulsione nella gara di andata di Josefi per doppio giallo (al minuto 55) è stato a dir poco clamoroso, così come la debolissima prestazione dell’arbitro italiano Fabbri.
Non ha fatto meglio, anzi, ieri sera l’arbitro spagnolo Munuera, che prima non ha assegnato un clamoroso calcio di rigore per un fallo su Belhadj e poi, con la complicità del suo collaboratore non ha visto che il rigore calciato (male) da Sabbatini era comunque da ripetere.
Il portiere aveva i piedi davanti alla linea della porta.
Il regolamento recita esplicitamente che il portiere deve avere almeno un piede sulla linea quando l’avversario colpisce la palla.
Ovviamente il collaboratore, piazzato sulla linea di porta a fare esclusivamente quello, non se n’è accorto. Peccato.
Episodi che hanno penalizzato il Lugano certo, e hanno confermato, semmai ce ne fosse bisogno, che senza il VAR /(come succede in questi turni di Conference League) ormai è difficile poter pensare di giocare a questi livelli. 
La tecnologia non è infallibile, come pretende qualcuno, ma senza dubbio aiuta (sovente) a evitare gli errori macroscopici che altrimenti infarcirebbero il calcio di oggi.
Ricordiamocene quando ci arrabbieremo con il VAR.