Secondo
Ennio Flaiano chi non suscita né simpatia né compassione è l'uomo
medio. Una persona onesta e senza grandi inclinazioni. Un uomo che
lavora per tirare avanti, che mette su famiglia e la mantiene. Il suo
temperamento è velato. Esprime ordinarietà.
Stefano
Pioli ha deciso di smettere le vesti di uomo medio e di diventare
speciale. La vittoria dello scudetto ha mutato il significato della
sua carriera. Nell'ultima conferenza della passata stagione ha
confessato con sincerità che mai, nel corso della sua professione,
si è sentito così amato come al Milan.
È
il destino: arrivato quasi per caso sulla panchina dei rossoneri, ha
compreso che era l'ora di osare. Il suo ingaggio era considerato
transitorio. Invece è cambiato tutto, un Milan nuovo è nato, bello da
vedere e con un ardore garibaldino. Sostiene Sacchi che i rossoneri
sono la squadra più europea del campionato: veloce, aggressiva e
moderna.
Pioli
non è un provocatore come Mourinho, un padano scontato come Inzaghi,
né un cinico e sardonico come Allegri. Ma ha si è evoluto.
“Be
a warrior, not a worrier”, sii un guerriero, non avere paura,
questa è la frase che ha fatto stampare nel tunnel che porta dagli
spogliatoi al prato di San Siro. Scritta in bianco e nero, su una
parete rossa.
La
Serie A ha aperto le danze. Il Milan vuole continuare a ballare.
Vuole dimostrare di essere la migliore. Intende incutere timore e
mettere pressione agli avversari. I contendenti sono avvertiti: la
vittoria del titolo non è stata un caso. Un puro sofismo
l'affermazione che nella passata annata lo aveva perso l'Inter.
Il
Diavolo corre, si diverte, ha automatismi collaudati, la campagna
acquisti ha migliorato la rosa. Tante certezze e pochi dubbi. La
simbiosi tra società, allenatore e calciatori è assoluta.
Chiosa
finale: il designatore arbitrale Rocchi, nella conferenza stampa di
presentazione del torneo, aveva promesso un uso razionale della Var e
una direzione dei fischietti all'inglese, meno interruzioni, meno
pause.
Tempo
di qualche scampolo di gioco: polemiche sull'uso dello strumento
tecnologico; gioco continuamente fermo, simulazioni e contrasti
minimi tollerati, sceneggiate a iosa.