CALCIO
"Niente polemiche, ma non potevo più andare avanti così..."
L'ex tecnico del Bellinzona spiega perché ha rassegnato le dimissioni
Pubblicato il 22.08.2022 11:50
di L.S.
Sesa e il Bellinzona, una storia finita male. Dopo sole cinque partite di campionato.
Tra il tecnico e la società granata non c’è più spazio per ricucire lo strappo. Ormai è chiaro a tutti, anche a chi pensava a un ripensamento da parte dell’ex nazionale.
Anzi, Sesa è ormai a un passo dal Rapperswil. Oggi potrebbe firmare il contratto con la sua nuova squadra.
Il tecnico, che ha lasciato Bellinzona mercoledì scorso dopo l’amichevole contro il Lugano Under 21, non vuole però alzare inutili polveroni e fare polemica.
“Io vorrei concludere la mia avventura a Bellinzona in pace, senza ulteriori dichiarazioni che possono alimentare altre polemiche. Dico semplicemente che c’era qualcosa che non andava, che sono successe delle cose che nel mio ruolo di allenatore non potevo accettare”.
Sesa è comunque dispiaciuto:
“Certo, mi sarebbe piaciuto restare ancora a Bellinzona. La gente e l’ambiente sono bellissimi e in Ticino mi trovo benissimo. Purtroppo con Bentancur abbiamo idee e modi differenti e alla fine credo che sia giusto che ognuno vada per la propria strada. È come in un matrimonio, quando non va più è giusto separarsi”.
Il tecnico non ne fa una questione di soldi.
“Assolutamente. Non voglio soldi, non è quello che chiedo al Bellinzona. Voglio solo chiudere in piena serenità questo breve ma intenso capitolo e pensare al mio futuro”.
Rimorsi?
“Onestamente non ne ho. Sul campo abbiamo ottenuto sette punti in cinque partite, era difficile fare molto di più. Peccato per quelle due brutte sconfitte casalinghe, ma la squadra era un po’ corta e questo lo abbiamo pagato. Ma non mi lamento, sono felice di aver fatto questa esperienza”.
È vero che aveva già un accordo con il Rapperswil, con cui potrebbe firmare nelle prossime ore?
“Rapperswil è una società che conosco molto bene, sia il presidente che il direttore sportivo li conosco da anni. Avrei dovuto firmare con loro due anni fa, ma poi accettai l’offerta dall’Egitto. Il fatto che possa andare lì, anche se finora non ho firmato nulla, dimostra che a Bellinzona non potevo e non volevo più restare. Non è normale lasciare una squadra di Challenge League per andare volontariamente in una categoria più bassa, o no”?
Cosa c’è di vero a proposito della differenza di vedute su alcuni giocatori, Ribeiro e Samba su tutti?
“Ognuno ha ovviamente le sue idee sul calcio ma il vero problema non è stato questo. Oltretutto stiamo parlando di due ruoli diversi. Il nostro era un problema di rapporto che ormai non andava più”.
Non crede che per andare d’accordo con Bentancur si debba essere un po’ aziendalisti?
“Io sono d’accordo che lo si debba essere, è normale che sia così, si lavora assieme alla società. Poi però la società ti deve difendere se le cose non vanno bene e non può attaccarti alla prima sconfitta”.
Qualcuno potrebbe dire: chi viene a Bellinzona sa cosa va incontro…
“È vero, ma io quando ho firmato con i granata ero felicissimo. Bellinzona è una bella piazza, in Ticino si sta bene e con il mio modo di fare pensavo di poter fare un buon lavoro assieme a Bentancur. Peccato che sia andata male ma adesso credo che sia giusto per tutti voltare pagina”.