Alfio Molina è considerato ancora oggi il miglior
portiere del Lugano di tutti i tempi. E per un certo periodo, negli anni
Settanta, lo fu anche in campo svizzero. Il suo palmares è certamente
importante: tre promozioni (in LNB nel 1964, in LNA nel 1971 e nel 1982), due
titoli svizzeri (nel 1986 e nel 1987, “ripescato” ormai 40enne per supplire
alle assenze dei titolari), due Olimpiadi (a Sapporo nel 1972 e a Innsbruck nel
1976) e, infine, un Mondiale del gruppo A (a Praga). Un curriculum di tutto
rispetto. Alfio vanta pure un primato: è stato l’unico giocatore a disputare
tutti i primi 39 derby della storia (38 di campionato e uno di Coppa Svizzera).
L’esordio, per la verità, fu decisamente traumatico: l’11 dicembre del 1964, in una Resega stracolma, il
Lugano venne infatti sconfitto dagli eterni rivali (3-6). Dal suo ritiro,
avvenuto a due riprese (prima nel 1983 e dopo nel 1987) Alfio ha mancato
pochissime partite alla Corner Arena ma mercoledì, purtroppo, guarderà come
tutti noi il terzo derby stagionale sul divano. “Senza pubblico anche questa sfida perde un po’ di significato” ci
ha detto ieri al telefono.
.Alfio:
la storia dei suoi derby è ricca di grandi aneddoti. Ce ne racconti uno.
"Ad Ambrì mi hanno sempre trattato bene, anche se ero
il portiere dell’odiato Lugano. Mi ricordo che prima di un derby degli Anni
Settanta, se non sbaglio nel 1972, successe una cosa assai curiosa: si giocava
alla Valascia e la nostra squadra arrivò in Leventina piuttosto presto, attorno
alle 16. E come in altre precedenti occasioni, ci recammo in un ristorante nei
pressi della stazione che se non mi sbaglio era di proprietà della famiglia
Juri. La padrona di casa mi chiese cosa
volessi bere ed io gli risposi: una camomilla. Mi guardò stupita e mi domandò,
fra il serio e il faceto, se stessi male. La cosa mi sorprese ma non ci feci
molto caso. Qualche ora dopo, durante il derby, venni raggiunto da una
violentissima discata allo zigomo e per alcuni minuti rimasi in panchina a
farmi medicare. Le maschere di quei tempi non erano esattamente sicure. Per
completare la giornataccia, perdemmo la partita e il ritorno a casa fu
piuttosto dimesso. L’indomani, attorno alle 9, venni svegliato da una
telefonata e quando risposi, dall’altra parte una donna mi chiese se stavo bene
e se mi ero ripreso dall’infortunio della sera prima. E sapete chi c’era
all’apparecchio? Nientemeno che la proprietaria del ristorante di Ambrì.
Confesso che rimasi piacevolmente sorpreso. Ancora oggi ricordo con affetto quell’episodio
e non ho difficoltà a dire che fu uno dei più belli della mia carriera".
Passano
gli anni ma questa partita rimane la Partita per i ticinesi!
"Il derby è un appuntamento che non ha perso il suo
fascino e la sua drammaticità sportiva. Malgrado i tempi siano cambiati, la
passione e l’adrenalina sono rimasti uguali. Fra l’altro: le cornici di
pubblico di un tempo non hanno nulla da invidiare a quelle odierne. Ricordo una
volta, in Lega Nazionale B, che il comune di Lugano dovette innalzare dei
tubolari in curva Sud perché non c’erano abbastanza posti. Alla Resega quella
sera sfiorammo i novemila spettatori. Alla Valascia mi è capitato di vedere
gente sugli alberi con il cannocchiale. Impressionante, incredibile. In Svizzera
non ho mai visto una cosa del genere".
Purtroppo
però anche stavolta mancherà un attore fondamentale, il pubblico
"Un derby senza pubblico perde l’80 per cento del suo
fascino. Con la pandemia, lo sport sta provando di tutto per non dover
fermarsi. La Lega svizzera di hockey ha
dovuto giocoforza adeguarsi alle disposizioni del consiglio federale e credo
abbia fatto bene a tenere duro. Ma vi posso assicurare che per i giocatori disputare
un Ambrì-Lugano senza i tifosi è qualcosa di veramente frustrante. Di più: è
una vera tristezza. Purtroppo dobbiamo adattarci sperando che questo brutto
momento finisca presto".
Chi
vincerà mercoledì sera?
"Difficile fare un pronostico. Il Lugano ha meno
competizione nelle gambe per via della quarantena; l’Ambri, malgrado le pesanti
assenze, mi sembra ben collaudato. Non inganni la vittoria dei bianconeri a
Bienne: è certamente un gran risultato, visto che tornavano a giocare dopo 21 giorni,
ma il 3-2 inflitto ai bernesi va preso con le dovute riserve. Di solito, quando
una compagine è ferma da parecchio tempo, al suo rientro ha addosso tanta
voglia di giocare e può tenere testa ad avversari più allenati. Sarà
interessante vedere contro l’Ambrì se riuscirà a reggere il confronto atletico,
visto che i leventinesi giocano un hockey molto aggressivo. Un pronostico
comunque è difficile, anche se le due sconfitte nei derby precedenti mi fanno
pensare che la squadra di Cereda abbia in corpo tanto rabbia e tanta voglia di
riscatto. Vedremo".
Da
ex portiere: un giudizio su Schlegel e Ciaccio
"Entrambi sono arrivati in Ticino per trovare la loro
definitiva consacrazione. Niklas a Berna ha fallito mentre Damiano a Langnau
era chiuso, almeno nell’ultimo anno, da Punnenovs. Sono comunque due buoni portieri
magari poco appariscenti ma solidi e continui. Per loro questa è una stagione
fondamentale: ecco perché sinora sono stati all’altezza della situazione".
Domani sentiremo l’altra...campana, ovvero Bruno
Genuizzi, difensore dell’Ambrì Piotta dei (bei) tempi che furono.