HOCKEY
Allena ad Ambrì, il Lugano sabato ritirerà la sua maglia
Raffaele Sannitz ha raccontato le sue emozioni tra passato e futuro
Pubblicato il 25.08.2022 08:41
di Red.
Sabato sarà il suo grande giorno. La sua maglia sarà appesa alla Corner Arena, di fianco alla numero 1 di Alfio Molina, alla 2 di Sandro Bertaggia, alla 4 di Pat Schafhauser, alla 8 di Steve Hirschi, alla 33 di Petteri Nummelin, alla 40 di Flavien Conne e alla 44 di Andy Näser.
Raffaele Sannitz ha raccontato al Corriere del Ticino l’emozione di questi giorni, immaginando cosa proverà sabato nella “sua” pista.

Partendo da quel numero 38:
“È un numero poco comune nell’hockey, magari non lo avrebbero chiesto per secoli, ma mi fa molto piacere che venga ritirato. È stato mio per 22 anni e non sarà più di nessun altro. Per ora sto vivendo questa vigilia senza ansia. Non ci sto ancora pensando, sono concentrato sulla quotidianità, sul mio lavoro di allenatore (come assistente nella U20 dell’Ambrì Piotta, ndr)».
Sotto porta era abbastanza freddo, lo sarà anche sabato?
«È difficile. Provo emozioni, ci mancherebbe, ma sono bravo a nasconderle. Però chissà, mai dire mai. Magari mi scenderà una lacrimuccia».
Al ritiro della maglia non ci aveva mai pensato.
«Fino all’ultima partita giocata, sono rimasto focalizzato sul presente. Quando ho deciso di smettere, l’HCL mi ha quasi subito comunicato che il numero 38 sarebbe stato ritirato. Un gesto bellissimo. Quello sì che è stato un bel momento per riflettere sul passato».
Il ghiaccio sembra non mancargli:
«Sono andato a vedere tante partite, ma non ho mai desiderato di essere sul ghiaccio. È stato un anno senza rimpianti, ricco di nuove esperienze. Resto convinto di aver scelto il momento giusto per ritirarmi. Da quando mi sono ritirato, ho indossato l’intero equipaggiamento una volta sola, in una partitella con i ragazzi che alleno».
Il suo passaggio all’Ambrì, anche se da allenatore, ha fatto inevitabilmente discutere.
«Lo so e lo avevo messo in conto, ma mi son detto che allenare è una cosa diversa. È un’altra carriera, un nuovo inizio. Come giocatore sarò sempre legato al Lugano, ma quel capitolo si è chiuso nella primavera del 2021. Sentivo il desiderio di avviare un nuovo percorso, si è presentata questa opportunità e l’ho colta. Il fatto che l’Ambrì sia venuto a cercarmi, significa che come sportivo ho fatto qualcosa di positivo per tutto il Ticino, oltre gli steccati».
(Foto Putzu)