CALCIO
Conti e risultati (per ora) non quadrano
Il patron Nini Corda a 360 gradi sul complicato inizio di stagione dei rossoblù
Pubblicato il 27.08.2022 08:00
di Enrico Lafranchi
Finalmente a Chiasso è arrivato un uomo di calcio. Si chiama Ninni Corda, è conosciuto come un uomo dal temperamento eccezionale, uno che ottiene quello che vuole. Il suo arrivo a Chiasso è stato accolto con molto chiasso, scusate il bisticcio di parole… A noi Corda si presenta come direttore tecnico. Direttore tecnico e anche gentiluomo. Al telefono (risponde al primo squillo) si capisce subito che è una persona che ha carisma, che non ha l’abitudine di parlare a vuoto. E soprattutto che non ti canzona (ogni riferimento a persona esistente è puramente casuale). Ha capito che a Chiasso è arrivato il momento di fare le cose serie. Il suo “nuovo corso” è iniziato. Per la verità senza quella brillantezza che ci si attendeva. La squadra ha alzato bandiera bianca in coppa (e dire che le casse del Riva IV piangono), ha perso a Baden subendo tre reti (ne ha segnate due ma la seconda è su autogol) e non ha ancora vinto una partita. Ma non è tutto. All’Esp i rossoblù hanno chiuso in 9 e questo è inaccettabile. C’è da augurarsi che la terapia del DT funzioni al più presto. Il bilancio in questo inizio di stagione lascia parecchio a desiderare, diciamo pure che è in cifre rosse (pesantissima la figuraccia di Rotkreuz), se ne rende perfettamente conto. Qualcosa dovrà cambiare, ogni giorno, ogni ora possono essere decisivi. Tra l’altro Corda si è impegnato anche a fare quadrare i conti (e di riflesso il futuro della società). Non è cosa da poco.
Due soli punti conquistati in tre partite, non è un buon inizio di campionato:
“Potevamo fare molto meglio, non siamo sicuramente contenti. Con la squadra che abbiamo allestito dovevamo fare molto di più. Dobbiamo assolutamente migliorare!”.
A Baden ci sono state contestazioni nei riguardi dell’arbitro. È sempre delicato il discorso sugli arbitraggi, ha qualcosa da recriminare?
“Si sono in effetti create delle situazioni molto imbarazzanti, ma preferisco non entrare nei dettagli (verosimilmente le due espulsioni e un presunto rigore negato, ndr). Dico però che non mi è piaciuto l’atteggiamento della terna arbitrale nei nostri confronti”.
Il presidente del Paradiso è dell’avviso che certi arbitri sono contro le squadre ticinesi. Ha anche lei questa impressione?
“Purtroppo sì, sono d’accordo con il signor Caggiano. Me ne sono reso conto anch’io in questi due mesi. È una cosa che non fa bene al calcio, oltre che alla Svizzera. Questi atteggiamenti di arroganza e di supponenza nei nostri confronti sono per me incomprensibili. Penso che noi del Sud non siamo molto simpatici oltre San Gottardo… (ride, buon segno)”.
Un trattamento che sicuramente non si aspettava:
“Non intendo polemizzare, né cercare alibi: una sconfitta è sempre colpa nostra, trovo però che con certe decisioni si sia esagerato”.
Lei è il responsabile tecnico, esatto?
"Sì, sono il direttore tecnico, lavoro con gli allenatori e lo staff. Sicuramente devono lavorare anche loro di più per portare risultati in casa”.
Visto che si chiacchiera sull’uno e sull’altro, può fare chiarezza su chi è l’allenatore a tutti gli effetti?
“L’allenatore è Tirapelle, ho grande considerazione anche di Cau che conosce perfettamente la nostra mentalità e tutto quello che facciamo noi”.
Il ruolo preciso di Gigi qual è?
“L’allenatore fa le sue scelte, chi sta con noi deve avere una certa mentalità di lavoro. Le dinamiche sono sempre di Tirapelle e Cau”.
Quali sono le sue funzioni da DT?
“Lo staff tecnico deve recepire quelle che sono le idee della società e soprattutto la mentalità da utilizzare al fine di vincere i campionati. È una strategia che va sempre affrontata giorno per giorno”.
È anche lei dell’avviso che l’immagine del FC Chiasso sia un po’ sbiadita oggigiorno?
“Sì me ne sono accorto, forse negli anni scorsi si poteva lavorare un po’ meglio. Noi per prima cosa ci sforzeremo di portare la società ad avere una situazione economica solida. Oltre ai risultati sul campo dobbiamo cercare di salvare il Chiasso dal punto di vista economico”.
Salvare la società… significa ridimensionare le ambizioni?
“La classifica attuale non è sicuramente positiva. Samo gente abituata da sempre a lottare per vincere. In 15 anni ho vinto 8 campionati in Serie C, a Chiasso prima di tutto ci stiamo impegnando a mettere a posto i conti. Ci preme anche valorizzare i giovani su cui si è lavorato bene già nella passata stagione (menziona due giocatori in grado di evolvere a livelli superiori, già molto appetiti, ndr). Questo non significa che siamo una squadra di modeste ambizioni, l’obiettivo è quello di tornare in serie B entro tre anni”.
Le danno fastidio le critiche all’indirizzo suo e dei suoi più stretti collaboratori?
"Ma no, io sono abituato a fare parlare il campo…”.
Le precedenti gestioni hanno cercato, per la verità con scarso successo, di recuperare i tifosi che non prendono più la via dello stadio. Neanche con l’entrata gratis, come è accaduto ancora recentemente. Il tifo latitante potrebbe ritrovare sotto la gestione di Ninni Corda la strada dell’entusiasmo?
“Me lo auspico, noi abbiamo una caratteristica che è quella del lavoro e del sacrificio. Rispettiamo fortemente i tifosi. Spetta a noi fare ricredere quelli che si tengono lontano dallo stadio”.