CALCIO
Il tripudio della Schützenwiese
Una giornata nello stadio del Winterthur, senza VIP Lounge e astruserie varie
Pubblicato il 30.08.2022 07:50
di Giorgio Genetelli
Non è l’orologio del cucù nella sua casetta, come potrebbe sembrare da questa cartolina dalla svizzeritudine: è l’orologio della Schützenwiese, “prato di tiro”, analogico e rotondo, con le finestrelle a mano per il punteggio. Appena di fianco, c’è la curva dello sciroppo, dove stanno sempre seduti i bambini che assieme agli 8400 di domenica hanno regalato un giorno di festa al calcio elvetico. Quasi come gli appassionati di lotta svizzera, in contemporanea passione a Pratteln.
Schützenwiese senza vip-lounge (greppia dei Very Importants Pigs) e astruserie da fine dell’umanità che dividono i tifosi in categorie come si faceva con i popoli oppressi dell’Ottocento, e come si fa con quelli oppressi oggi. Uno stadio da “richtige Fussball”, come ha detto un collega piuttosto estasiato, rimasto quasi intatto ai bordi di una campagna e che ha accolto lo squadrone dello Young Boys opponendogli un debole ma commovente Winterthur. Su un prato smeraldino e profumato.
Forse l’orologio a cucù non aveva ancora cominciato i suoi passi lenti che i Leoni avevano già ruggito con il gol dell’effimero vantaggio, e con loro ha ruggito tutto lo zoo. Poi hanno bramito solo gli Orsi bernesi, ma tutti hanno applaudito tutti a scena aperta, anche un punteggio da valanga che assomigliava a un tiro federale allo stand e che per poco non ha mandato in confusione gli addetti all’orologio.
Ma che importa vincere o perdere? Importava a qualcuno, certo, all’irriducibile Ramizi che ha portato il suo numero otto bianco in campo rosso per chilometri vani. Importava anche all’YB, detronizzato l’anno scorso e già fuori dall’Europa in questa dolce stagione.
Ma stare lì in una domenica di sole e nuvole bianche importava a me e sarebbe piaciuto ancora a mio padre, che mi ha fatto compagnia nel piacere di sapori e sguardi rinati, in un tripudio di verde rosso e giallo.