Mondiali di sci: facciamo un salto indietro nel tempo
Ulli e Rudi, tristi destini di due campioni del mondo
I due medagliati iridati Maier e Nierlich scomparirono negli anni migliori della loro carriera
Pubblicato il 12.02.2021 09:17
di Giorgio Keller
I Mondiali del 1991 a Saalbach, in Austria, che videro la strepitosa vittoria dello svittese Franz Heinzer in una discesa libera dove da anni seguiva il grande successo, sono storia di trent’anni fa. E due stagioni prima si gareggiò a Vail, nel Colorado. Due campionati segnati dalla presenza, rispettivamente dalle vittorie di relativi favoriti nel super-g femminile e nelle gare tecniche maschili. Due medagliati iridati che appena qualche anno dopo, negli anni migliori della loro carriera, furono protagonisti di un tragico destino: Ulrike Maier e Rudi Nierlich.
Ulli Maier, di Rauris (Salisburgo) vinse, ventiduenne, il super-g negli Stati Uniti precedendo di soli tre centesimi la campionessa olimpica dell’anno prima, la connazionale Sigrid Wolf. Ma a destare scalpore non fu neanche la sua affermazione bensì il fatto che alcuni giorni dopo ella comunicò di trovarsi incinta al terzo mese. Non senza che il padre e suo compagno provasse a vendere in esclusiva la notizia al maggior quotidiano austriaco che comunque, ringraziando della proposta, rinunciò. In estate venne al mondo Melanie (oggi trentaduenne), Ulli ricominciò la preparazione e si ripresentò ai cancelletti di partenza per poi incorrere in due infortuni, uno al menisco in gennaio e i legamenti crociati in marzo del 1990.
Biglietto d’andata in tasca come campionessa in carica ma a corto di preparazione fisica e di allenamenti sulla neve, complici oltre agli infortuni anche certe mansioni di… giovane mamma, la Maier (complessivamente cinque vittorie in Coppa del Mondo) rivinse il super-g ai Mondiali di Saalbach precedendo di due centesimi la forte francese Carole Merle – con la piccola Melanie sulle spalle di papà Hubert al parterre della gara ad attenderla. Il quadretto di un sogno idilliaco, poiché abbastanza insperato, era perfetto. Tragico invece l’epilogo della sua carriera quando, neanche ventisettenne, perse la vita dopo un incidente in gara durante la discesa libera di Garmisch (Germania) alla fine di gennaio del ’94, quando, dopo una spigolata, perse il controllo degli sci, cade andando a urtare delle cellule per i rilevamenti dei tempi intermedi procurandosi gravissime lesioni alla testa.
Se è vero che Maria Walliser si impose nella discesa e Martin Hangl nel super-g, oltre alla Maier gli austriaci a Vail avevano un altro asso nella manica: Rudi Nierlich. Detto il taciturno, il biondo di St. Wolfgang (Alta Austria, otto vittorie in Coppa del Mondo) malgrado si trovasse di fronte a un certo Alberto Tomba vinse l’oro in slalom e gigante e… si ripeté due anni dopo in gigante a Saalbach. Maier/Nierlich: tutto come un copione se lo script l’avesse scritto un regista, senza essersi dimenticato di qualche sfaccettatura sfumatamente drammatica.
Anche la morte di Nierlich avvenne in condizioni drammatiche. Neanche ventiseienne, al volante di una potente macchina, rientrando verso casa all’alba del 15 maggio del 1991, uscì di strada paurosamente sul fondo bagnato, centrando il muro di una casa e trovando la morte sul colpo. Due giovani campioni del mondo due volte nel giro di due anni che hanno scritto due pagine di storia dei Mondiali di sci.