Calcio
Un fischio di troppo
Le interruzioni di gioco caratterizzano la Serie A e gli arbitri sono troppo tolleranti
Pubblicato il 31.08.2022 10:32
di Angelo Lungo
In Italia esiste un problema arbitrale. Riguarda la conduzione delle gare. In sede di presentazione del Campionato il designatore Rocchi era stato categorico: gli arbitri sarebbero stati inflessibili e niente più perdite di tempo. L'obiettivo: rendere il gioco più fluido e impedire le interruzioni. È uno dei problemi del calcio italiano: pause forzate e continue, che determinano la mancanza di ritmo. Basta il minimo contatto e i giocatori sono in terra. Mani in faccia e relativo contorcimento. Sacchi e Capello hanno, più volte, fatto notare che un simile atteggiamento si paga nelle partite giocate in campo europeo.
Sicuro, si tratta di una questione di mentalità: la simulazione è tollerata oltremisura. E non viene stigmatizzata. Addiviene una tattica, efficace e che produce i suoi effetti.
Dovrebbe essere gli arbitri, in maniera sicura e autorevola, a imporre in modo coerente la direzione degli incontri. Dovrebbero adottare senza timore il loro stile, seguire le direttive che hanno ricevuto e fare scorrere il gioco.
Dopo Sassuolo-Milan Pioli si è lamentato e ha posto il problema: “Troppe interruzioni, non mi è piaciuto perché serve ritmo. Si fischia troppo, specie i mezzi falli”.
E ha spiegato: “Il calcio è uno sport di contatto fisico, è fatto di spallate e di contrasti decisi”.
Il campo racconta di un torneo equilibrato e anomalo. Si viaggia sul filo delle imperfezioni. Il livello tecnico tende al ribasso. Il tatticismo è esasperato e latitano i grandi giocatori. Gli allenatori sono obbligati al risultato. Non c'è tempo, non hanno scampo. Nessuno vuole aspettare. La critica è spietata. Si fa presto a essere indagati e a essere chiamati sul banco degli imputati. A Inzaghi è bastato perdere, seppure in malo modo, una partita ed è stato immediatamente dipinto come un tecnico non all'altezza del suo compito. Tutti sono messi in discussione, lo stesso Allegri non sembra avere più alibi a disposizione. È stato accontentato su tutta la linea. Deve vincere, non ha attenuanti. L'unico che gode di credito, per il momento, è Mourinho. Ma è ben noto: il portoghese sa come destreggiarsi, non sarà un fine tattico, ma è furbo e intelligente. Se i calciatori giallorossi lo seguiranno, i tifosi si divertiranno, non tanto per il gioco quanto per i risultati.