CALCIO
E se fosse Maccoppi il nuovo allenatore del Bellinzona?
Il nome del tecnico, che allenò i granata nel 2005, aleggia da qualche giorno nella capitale
Pubblicato il 02.09.2022 19:28
di Enrico Lafranchi
 Andare al bar per i tifosi granata è un rito. Sul piazzale dello stadio ce ne sono addirittura due, uno dirimpetto all’altro. Uno frequentato da tifosi “consumati” (leggi esperti di pallonate…) l’altro da persone un po’ più riservate (ma solitamente bene informate…). Anche se in modo diverso è tutta gente che manifesta affetto per la squadra che portano nel cuore. Tifosi che chiedono gioia e serenità all’ACB spargendo il loro entusiasmo sin dentro lo stadio. I loro stati d’animo sono simili, vorrebbero che questo prolungato “intermezzo” della panchina venga risolto al più presto. Incombe la partita di coppa con il Lucerna, al Bellinzona occorre un allenatore. E se fosse Stefano Maccoppi il cui nome venerdì era un tema suggestivo e coinvolgente tanto da essere ripreso anche nei ritrovi pubblici cittadini? Di sicuro non è un nome campato in aria, il milanese era già stato con i granata nel 2005. Di lui dicono che ha sempre dato prova di “umiltà e saggezza” ovunque abbia allenato (da ultimo in Bulgaria) e che il calcio lo vive “dentro”. Il tecnico, pure ex Locarno e Chiasso, potrebbe in effetti essere l’uomo giusto per l’ACB. È stimato per la sua competenza, il suo equilibrio, per i suoi valori professionali e umani. Diciassette anni fa aveva lasciato un buon ricordo. Recentemente si è fatto questo ritratto: “Sono un allenatore cui piace tanto stare in campo e confrontarmi con lo staff, i dirigenti e i giocatori. Amo moltissimo il calcio, so di potere dare ancora tanto”. All’Eco ha dichiarato: “Spero, prima o poi, in una chiamata… dalla Svizzera”.
La chiamata. secondo voci che abbiamo raccolto in Romandia (!), potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Stefano, sei stato notato allo stadio:
“Mi rallegro di esserci stato perché sabato contro lo Xamax ho visto un gran bel Bellinzona. Ne ho approfittato per salutare un po’ di gente. È stato un vero piacere ritrovare anche quelle persone che non vedevo da tempo”.
Ci sono novità rispetto al nostro ultimo incontro?
“No, assolutamente no per il momento”.
Il tuo nome è in cima alla lista dei candidati. Ti piacerebbe tornare ad allenare i granata?
“Ne sarei lusingato, è già un onore per me sentire queste ‘voci’. Si tratta però soltanto di voci, non ho avuto ancora nessun contatto”.
Sembrerebbe che gli allenatori che arrivano a Bellinzona siano portati, in un modo o nell’altro, ad andare controcorrente. Che idea ti sei fatto?
“Io non ho mai avuto problemi, né con i dirigenti, né tantomeno con i collaboratori. C’è sempre stata una trasparenza cristallina nel mio modo di lavorare e dialogare. Stabilendo incarichi ed esecuzioni, sia col preparatore atletico che con l’allenatore in seconda. Gli obiettivi della settimana vanno stabiliti insieme. D’altronde se oggi non lavori con lo staff ti reputano un mister all’antica… Guarda come lavorano i grandi allenatori come Ancelotti, Guardiola, Mourinho.  L’allenatore è sempre l’allenatore, però deve sapere gestire lo staff, l’ambiente in squadra per poi collegare tutto quanto. In fondo già Lippi e Capello, lo so perché andavo a vedere i loro allenamenti, supervisionavano tutto. Praticamente l’allenatore è un gestore di uomini”.
Qualche interferenza bisogna accettarla, ti pare?
“Appunto, non bisogna pensare che non ci siano ingerenze nelle altre squadre! Nel mio lavoro sono solito, sia in inizio che a fine settimana, condividere le mie idee anche con il direttore sportivo e se possibile con il presidente. Ascolto quello che dicono, poi ne discutiamo apertamente e facciamo le nostre valutazioni: l’importante è che si arrivi all’obiettivo”.
Da molto tempo all’asciutto di panchine ticinesi, Maccoppi sembrerebbe avvantaggiato nella corsa a quella granata.