Gli
apprezzamenti attribuiti da Pablo Bentancur a Fernando Cocimano hanno fatto il
giro dei bar della città. I tifosi hanno letto le dichiarazioni del patron con
soddisfazione, concordi anche loro che “Coci” si è calato subito nella parte da
persona intelligente. Ciò che probabilmente non sono riusciti a fare né Sesa,
né Schällibaum. Ma un’onda di sconcerto si è creata nel vedere pubblicate sul
Blick alcune ‘riflessioni’ del tecnico che Bentancur non ha ritenuto opportuno
confermare nonostante la promozione in Challenge League. Gli stessi tifosi sono
però dispiaciuti che l’argentino, esaurito l’impegno di domenica a Wil, possa restare
in panchina soltanto da vice, ruolo per cui è stato ingaggiato. Molti vedrebbero
in lui un condottiero ideale sia per “Benta” che per l’ACB. Prendendo
temporaneamente il timone della squadra Cocimano oltre ad avere dato un po’ più
di “minutaggio” a qualche giocatore che era stato messo da parte (Tresor Samba
per citarne uno) ha creato nel gruppo un maggiore affiatamento (lo si rileva
assistendo agli allenamenti da lui condotti: non solo partitelle, tattica e
condizione, anche tanto dialogo). In più ha ritoccato lievemente l’inquadratura
della squadra (vedi in particolare l’arretramento di Matteo Tosetti a
centrocampo) passando da un gioco per lo più rinunciatario a una manovra
spiccatamente offensiva (nonostante la prolungata perdita in attacco di una
pedina del valore di Sergio Cortelezzi). Non una rivoluzione ma schemi che
portano in campo una maggiore efficacia. Ed è quello che piace al patron. A
tutto contribuisce naturalmente la qualità tecnica dei giocatori. Bentancur ha
messo a disposizione del Bellinzona materiale di prim’ordine.
Fernando
siamo alla vigilia della sua ultima panchina, difficile crederci, vero?
“Eh no è
vero, a Wil è la mia ultima partita da allenatore principale, ma resterò comunque seduto su quella panchina”.
Come si
sente?
“Bene,
stiamo preparando la trasferta (domenica calcio d’avvio alle 14.15),
ci attende un’altra partita importante. Vogliamo fare bene, ma non perché è la
mia ultima... Per restare nella parte alta della
classifica dobbiamo continuare a fare punti”.
C’è
qualche rammarico?
“Se è per un
discorso sul patentino, un po’ sì…”.
Come mai
non ha provveduto quando stava "a casa" di Caggiano?
“Per me è un
discorso po’ complicato per via della lingua, ho qualche difficoltà perché i
corsi sono in francese e in tedesco. È anche vero che non mi aspettavo che andasse tutto così
velocemente. Il mio rammarico è di non essermi mosso per tempo. Peccato,
rimedierò quanto prima a questa… svista, per la stagione 2023/24 sarò ok anche
col patentino”.
In
allenamento che lingua usa?
“L’italiano,
lo spagnolo solo quando parlo con alcuni dei ragazzi che non lo comprendono
bene. Mi piace discutere con loro, tutti i giorni si impara qualcosa anche dai
giocatori”.
Vedo che
siete ancora sul campo a mezzogiorno. Sedute più lunghe di prima?
“No no, la
durata degli allenamenti è normale, cerchiamo di svolgerli il meglio possibile,
con intensità”.
Che
Tosetti sia diventato un ‘gigante’ del centrocampo è una sorpresa:
“Matteo lo
conosco da quando era a Lugano, ho seguito la sua carriera nel Thun, conosco
bene le sue caratteristiche. È un giocatore che ha un buon piede, può dare
tanto in fase di costruzione dell’azione. Preferisco farlo giocare in mezzo
perché ti può fare l’ultimo passaggio, l’apertura. Ci dà una mano e anche in
fase difensiva. È un ragazzo intelligente, oltre che un giocatore abbastanza
completo”.
Un altro
giocatore che appare ‘rigenerato’ da lei è Samba:
“Tresor è un
giocatore cui devi dare minuti. Ha bisogno di giocare, lo sta dimostrando. A
Yverdon non ha segnato, glielo ha impedito il loro portiere che ha fatto una
grandissima parata. Sta crescendo, ogni giorno che passa migliora”.
Come mai
è partito il fratello di Tresor?
“Guélor è
andato in prestito al Paradiso, lì troverà sicuramente più spazio, le qualità
ce le ha. Anche lui ha bisogno di minutaggio”.
Per la
panchina sono in ballo due o tre nomi, per lei è indifferente chi sarà
designato?
“Assolutamente
sì, è la società che decide. Sono allenatori che sono state alla guida di
diverse squadre, l’esperienza ce l’hanno tutti. Come ho detto negli scorsi
giorni, chi arriva deve dare tutto perché si troverà a lavorare con un gruppo
fantastico, ragazzi affiatatissimi che stanno bene insieme. Non è un atout da
poco”.
La sua
esperienza con Sesa come è stata?
“Positiva,
David mi ha dato la possibilità di essere coinvolto nei vari discorsi tecnici.
La nostra collaborazione la ritengo ottima sotto tutti gli aspetti”.
Andate a
Wil con la squadra al completo?
“Sì, la rosa
è al completo”.