CALCIO
Troppo Young Boys per questo Lugano
Al Wankdorf la differenza è enorme: merito dei bernesi o demerito dei bianconeri?
Pubblicato il 12.09.2022 07:58
di Silvano Pulga
Tutti noi, appassionati di calcio, abbiamo delle ragioni per le quali siamo innamorati di questo gioco. La maggior parte, comunque, ti dirà che lo segue perché, a differenza di altri sport, c’è sempre una possibilità, anche se remota, che la squadra sfavorita riesca a prevalere. Gli esempi sono innumerevoli, del resto. E, per gli appassionati, le vittorie più belle sono quelle inattese, fermo restando che, per quanto possa apparire lapalissiano, vincere è bello sempre: perché la seconda cosa più bella del calcio è lo sfottò al tifoso avversario. Che poi, davvero è la seconda? Non ne siamo convinti, tant’è vero che adoriamo prendere in giro i tifosi avversari così tanto da dimenticare, magari, che anche la nostra squadra, nella stessa giornata, ha perso. E quando si affrontano due squadre rivali? Semplice: si salta addosso ai tifosi di quella perdente in compagnia dei vincitori, un po’ come accade in certe società animali quando i due maschi dominanti si sfidano per il ruolo di capo branco, con gli altri che osservano, pronti a banchettare con le spoglie del perdente. Brutto, crudele, antisportivo? In fondo è la Natura, e noi solo poveri uomini, che alle pulsioni di quest’ultima non si possono certo opporre.   
Tornando alle nostre latitudini antropizzate, il calcio è bello per quanto sopra descritto. Tuttavia, in questo come in altri sport, sovente vince il più forte. Ed è proprio questo che è accaduto ieri a Berna. Alla vigilia, il Crus aveva descritto l’avversario nel modo in cui si è presentato poi in campo. Vero che lo Young Boys ha perso, ultimamente, qualche pezzo, riducendo una rosa che non aveva più ragione di essere, vista la sfortunata eliminazione europea. Tuttavia, resta una squadra tosta, che gioca diversamente dagli anni passati, con il rombo a centrocampo, ma che resta fisicamente fortissima. Aggiungiamoci anche il fatto che, tecnicamente, è squadra piena di ottimi giocatori sotto il piano delle capacità individuali, ed ecco servito un piatto francamente indigesto per i palati ticinesi. 
Qualcuno dirà che è stato un azzardo sfidare i bernesi con una formazione così offensiva. Noi invece crediamo che, vista anche la coperta corta in difesa, era giusto provare a giocarsela. Certo, le circostanze hanno anche giocato un ruolo non indifferente, visto che i bianconeri si sono trovati sotto dopo soli 2’ (anche per demeriti propri, s’intende), e hanno incassato la seconda rete a pochi minuti dalla fine della prima frazione, per un rigore procurato con esperienza dall’ex Kevin Rüegg. Probabilmente, ieri non ci sarebbe comunque stato spazio per portare a casa dei punti: però, lo ribadiamo, a volte nel calcio vince la più forte. E, in questo momento, lo Young Boys è più forte del Lugano. Il resto è conseguenza. 
Certo, ci sono state alcune prestazioni sottotono. Tuttavia, ci si poteva aspettare che Renato Steffen, nel suo vecchio stadio, non avendo ancora il ritmo partita, avrebbe sofferto, e non sarebbe giusto fargliene una colpa. Lukas Mai ha sulla coscienza un errore a centrocampo (con la complicità di Jonathan Sabbatini però) dal quale è partita l’azione della terza rete dei gialloneri; tuttavia, una sua lettura corretta su conclusione di Kastriot Imeri aveva consentito, al difensore germanico, di salvare sulla linea, a portiere battuto. Partita sottotono anche da parte di altri elementi, ma forse dovuta alla prestazione di spessore degli avversari, che hanno dimostrato di essere, appunto, superiori, soprattutto sul piano fisico e atletico. 
In conclusione, la sosta per la Coppa e per le Nazionali arriva al momento giusto: si potrà lavorare con calma, e continuare a forgiare il gruppo. In fondo, a inizio stagione, erano stati tutti abbastanza chiari: a maggio, la vittoria della Coppa era stato il canto del cigno di una squadra giunta alla fine di un ciclo. Ripartire non è mai facile, così come scegliere i giocatori: nei prossimi mesi si capirà chi potrà fare ancora parte del progetto, e chi no. L’importante, come sempre, è proteggere le piantine dalle intemperie durante la crescita: ce lo hanno insegnato i nostri vecchi, e avevano ragione.