Avrei
voluto cominciare questo articolo con toni aulici e romantici.
Descrivere la corsa come una dimensione. Un percorso tra lo zero e
l'infinito. Una sfida che incita alla scoperta di se stessi. Un
continuo superamento dei propri limiti mentali e fisici.
Un'esplorazione del proprio essere in totale solitudine. Un afflato
che spinge a incidere sempre a testa alta. Risvegliare con vigoria
come scriveva Foscolo: “Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge”.
Per ricercare equilibrio e pace, per penetrare il mistero
dell'esistenza e almeno, in parte, cercare di decifrarlo.
Ma
la scalata del Monte Brè è stata una sofferenza: non quella
esistenziale che provoca la Beneamata, ma quella fisica che segna in
maniera indelebile.
Partenza
da Piazza Riforma. Via per qualche chilometro in pianura. Saggezza
richiede la competizione e non avvio veloce. La salitella di Villa
Favorita è superata in scioltezza. Ma è il primo segnale di quello
che verrà. Rumore di scarpe sull'asfalto, respiro che va cadenzato,
e ascolto delle sensazioni.
Si
giunge a Gandria, il sentiero è spettacolare, lo scenario concilia e
rasserena. Ma è tutto un'illusione. Ecco il bosco. La pendenza
promette e minaccia. Scale tante. E il sentiero è ripido. Non c'è
sollievo. C'è silenzio. Nessun pensiero, non si può vagare, non è
la pianura che distende. Le gambe cominciano a cedere e l'energia
inizia a mancare. È una gara senza ritorno, come tutto nella vita.
Finisce per forza in alto, non ci si può voltare indietro.
I
podisti formano una comunità salda e solidale, si sostengono e si
comprendono. Inutile alzare lo sguardo al cielo: nessun segnale. Poi
all'improvviso si sentono delle campane: la speranza che il traguardo
non sia lontano. Ecco il nucleo, ecco il finale: solo scale,
interminabili, vorrei contarle, ma mi impongo realisticamente di
procedere. Vedo il traguardo: sono atarassico. Il ristoro è foriero
di una momentanea rigenerazione. Poi la discesa con la funicolare.
Direzione Paradiso: quelli della 21 km sono ancora in battaglia, li
ammiro. Percorro il lungolago, so che il monte è dietro le mie
spalle, ma non intendo osservarlo. StraLugano: ci vedremo l'anno
prossimo per la mezza. Basta corsa in montagna, ma solo pianura.