HOCKEY
McSorley e quei quattro secondi che fanno discutere
Il timeout del tecnico canadese ha sorpreso un po' tutti alla Corner Arena
Pubblicato il 21.09.2022 11:27
di L.S.
Più che la sconfitta, di misura e a dir la verità un po’ severa, a far discutere ieri sera alla Corner Arena è stato quel timeout chiesto da McSorley a quattro (!) secondi dalla prima sirena, con il Lugano in cinque contro tre.
Una scelta, quella del coach canadese, poco usuale e che ha sorpreso un po’ tutti. Probabilmente anche gli stessi giocatori.
A cosa serve un powerplay a quattro secondi dalla sirena?
Forse a tentare un ultimo disperato schema, a riordinare le idee o a provare una mossa a sorpresa? Possibile, anche se poco probabile.
Ogni coach ha però il diritto di giocarsi il timeout come meglio crede e anche questa scelta, se avesse avuto delle spiegazioni plausibili, avrebbe potuto godere dei crismi della credibilità.
La cosa che ha invece spiazzato più di ogni altra è la spiegazione data da McSorley a fine partita al collega del Cdt: “Avevo perso di vista il cronometro”.
La prima domanda che sorge spontanea dopo aver letto questa frase è: può un coach perdere di vista il tabellone in una partita di hockey e soprattutto in un momento così delicato della gara?
La risposta è no. O perlomeno non dovrebbe, anche perché normalmente chi sta in panchina sa sempre che minuto della partita si sta giocando, soprattutto in quei frangenti che la possono decidere. E una situazione di cinque contro tre è indubbiamente uno di quelli.
Ma allora da dove arriva questa poca lucidità mostrata ieri sera dal tecnico bianconero? Probabilmente da un momento di “disperazione”, di presa di coscienza di una situazione che stava sfuggendo di mano.
McSorley, da tecnico scafato, aveva capito che quella era forse l’occasione giusta per portare la partita dalla propria parte, anche se si era soltanto alla fine del primo tempo. Purtroppo l’esperienza non gli è bastata per gestire freddamente la situazione.
Diciamo allora che oltre all’errore tecnico, si è aggiunto un macroscopico errore di comunicazione ancora più grande.
Come dire: non si è mai troppo vecchi per sbagliare e… imparare.