Calcio
Un contratto allunga la vita
Inzaghi e Allegri sono al centro di polemiche, ma per il momento resistono
Pubblicato il 22.09.2022 06:07
di Angelo Lungo
Nel calcio del terzo millennio la scelta del mister “giusto” è decisiva. Non si può sbagliare, altrimenti la stagione è segnata. E costano, gli allenatori costano. Loro sanno che sono precari, che gli equilibri sono fragili, pretendono contratti di una certa lunghezza e ingaggi all'altezza dei tempi.
La nuova proprietà del Chelsea, dopo una dispendiosa campagna acquisti, a seguito dell'inizio claudicante della squadra, ha esonerato Tuchel. E per la guida tecnica ha scelto Potter. L'operazione ha avuto un costo di oltre 40 milioni di euro: tra stipendio da continuare a corrispondere al tedesco, quello del nuovo allenatore, indennizzo da versare al Brighton per liberare il prescelto (23 milioni cifra record).
In Italia sotto accusa ci sono Inzaghi e Allegri. Entrambi subiscono i medesimi rilievi: le loro squadre non giocano e sembrano non avere le idee chiare. Alla vigilia Inter e Juve erano considerate sicure protagoniste. Ma il campo sta dicendo altro. I numeri sono impietosi. Il loro cammino sia in campionato che in coppa è deludente. E non c'è speranza, ma si percepisce disillusione. A Torino la contestazione è palese, a Milano sta per esplodere.
Esonero è la parola dominante, la piazza lo esige, i social non ammettono altra soluzione. I motivi sono acclarati e in questi casi si ripetono nel tempo: scarsa condizione fisica; spogliatoio spaccato; giocatori indolenti e apatici.
I nostri a dimettersi non ci pensano. Sono convinti di riuscire a trovare le soluzioni per superare la crisi. Vacillano, non sono risparmiati da aspre critiche, ma si sentono al sicuro: hanno contratti lunghi e ben remunerati.
Inter e Juve non sono il Chelsea e non possono permettersi, almeno per il momento, un esborso economico che inciderebbe pesantemente sui conti delle società.
C'è una costante che si verifica spesso: tanto a pagare è il mister. È il perfetto capro espiatorio.
Inzaghi e Allegri hanno evidenti responsabilità, praticano un calcio superato e conservativo. E non hanno la capacità di migliorare i giocatori. Sono dei gestori, vivono di normalità e non sanno affrontare l'imprevisto: lo subiscono.
Ci penserà il campo a fornire le conferme o le smentite del caso, come sempre.