CALCIO
"Stavo dicendo sì a Chicago ma poi..."
Mattia Bottani ha parlato al Cdt dell'offerta di Mansueto, della Nazionale e del suo contratto
Pubblicato il 29.09.2022 07:13
di Red.
Nessuna notizia inventata e nessuno scoop fasullo, come aveva invece pensato qualcuno. Mattia Bottani aveva ricevuto veramente l’offerta dei Chicago Fire e dopo averla in un primo momento accettata, l’ha rifiutata.
Oggi al Corriere del Ticino spiega quella decisione, sicuramente non facile, anche sofferta. Perché a volte sono quei treni che passano una volta nella vita e decidere di rimanere a terra non è facile.
Il Botta conferma che “Chicago è stato un tema, è vero”, ma alla fine a prevalere è stato l’aspetto famigliare. “Essendo separato, partire per Chicago avrebbe comportato una lontananza prolungata dai miei tre figli di 8, 3 e 2 anni. Il tempo perso con le persone a me più care, quello, non lo avrei però riavuto indietro. In un primo momento, non lo nego, la proposta mi ha stregato».
Si era anche parlato di un interessamento del Sion, che Bottani racconta così: “La trattativa è naufragata abbastanza velocemente. Oltretutto il club vallesano aveva Mario Balotelli come primo obiettivo”.
Bottani ha parlato anche di Nazionale e del sogno del Mondiale. Al quale si aggrappa ancora con una piccola speranza. E finché c’è vita…
“Un barlume di speranza rimane e appena sarò al top intendo fare grandi cose. In fondo, pure in giugno non credevo di avere la minima chance di convocazione in Nations League, eppure è successo. L’importante è provarci”.
Il suo infortunio, che lo lascerà fuori domenica contro il Servette, e il discusso arrivo di Shaqiri a Lugano per allenarsi. Conclude così:
“Il problema alla coscia non è ancora risolto: dovrei tornare a disposizione la prossima settimana. Shaqiri a Cornaredo, anche solo per allenarsi, sarebbe magnifico. Lo conosco dall’Under 18 e per i giovani sarebbe di grande stimolo”.
Stimoli che al Botta non sembrano mancare per questo campionato e per il suo futuro. L’intenzione è quella di prolungare il contratto (“Non ho fatto pressione alla società però è chiaro che dopo la buona scorsa stagione e la convocazione in Nazionale, ho pensato di cavalcare il momento”) e di giocare ancora qualche anno, almeno “fino all’arrivo del nuovo stadio…”.