A Milano, sta per andare in scena l'ultimo atto del dibattito sul
nuovo stadio. In particolare, ieri si è svolto, a Palazzo Marino (sede della
municipalità di Milano) il primo incontro pubblico per illustrare il
progetto, al quale era possibile partecipare iscrivendosi tramite apposito
link, per fare domande in diretta attraverso la nota applicazione Zoom.
Tutta la procedura informativa dovrebbe chiudersi entro il 18 novembre. A quel
punto, entro due mesi, il Comune di Milano invierà a Inter e Milan il dossier,
e vedremo cosa accadrà. Rispetto all'incontro di ieri, abbiamo letto in rete
alcuni commenti, tra i quali quello di Carlo Monguzzi, esponente politico di
spicco dei Verdi, piuttosto sconfortante a dire il vero ("Al dibattito
pubblico l'assessore ha candidamente ammesso che anche lui ha visto solo ieri
il rendering del progetto che peraltro cambierà. Quindi 1. Stiamo
discutendo del nulla 2. Verrà approvato il tutto senza conoscere il progetto,
così sulla fiducia, Siamo ormai oltre il delirio e
la presa in giro").
Sulla pagina ufficiale Facebook del Comune di Milano, invece, c'era la presentazione del dibattito e il link al quale iscriversi per partecipare. A oggi, 61 like e nessun commento: evidente l'argomento non riscalda più di tanto i milanesi. L'assessore Gaia Romani (Urbanistica) non ha invece messo nulla sulla sua pagina ufficiale, mentre l'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi non ha una sua pagina social. Quest'ultimo, a ottobre dello scorso anno, aveva dichiarato: "Nuovo San Siro? Se e quando ci sarà una decisione che al momento non c’è, ci aspettiamo un progetto di altissimo livello. Ad oggi c’è uno studio, non un progetto." Ieri è apparso più possibilista (Tomorrow leggi Milano domani): "Siamo nella fase dello studio di fattibilità. Il dialogo non si esaurirà con questo dibattito pubblico. Quell’area oggi soffre la presenza dello stadio che è nato in una concezione oramai superata. Saremo sempre presenti per vigilare." Nei mesi scorsi, si era anche paventata l'idea di un referendum cittadino (che però, a differenza con quanto avviene in Svizzera, avrebbe avuto solo un valore consultivo): ma la proposta è stata respinta dalla municipalità meneghina.
Sulla pagina ufficiale Facebook del Comune di Milano, invece, c'era la presentazione del dibattito e il link al quale iscriversi per partecipare. A oggi, 61 like e nessun commento: evidente l'argomento non riscalda più di tanto i milanesi. L'assessore Gaia Romani (Urbanistica) non ha invece messo nulla sulla sua pagina ufficiale, mentre l'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi non ha una sua pagina social. Quest'ultimo, a ottobre dello scorso anno, aveva dichiarato: "Nuovo San Siro? Se e quando ci sarà una decisione che al momento non c’è, ci aspettiamo un progetto di altissimo livello. Ad oggi c’è uno studio, non un progetto." Ieri è apparso più possibilista (Tomorrow leggi Milano domani): "Siamo nella fase dello studio di fattibilità. Il dialogo non si esaurirà con questo dibattito pubblico. Quell’area oggi soffre la presenza dello stadio che è nato in una concezione oramai superata. Saremo sempre presenti per vigilare." Nei mesi scorsi, si era anche paventata l'idea di un referendum cittadino (che però, a differenza con quanto avviene in Svizzera, avrebbe avuto solo un valore consultivo): ma la proposta è stata respinta dalla municipalità meneghina.
Certo, di interrogativi
ce ne sono tantissimi. Per la UEFA, San Siro è uno stadio di prima categoria
(ha ospitato la finale di Champions League nel 2016, dopo un costoso
restyling): davvero, si chiedono in molti, non ci sono alternative alla
demolizione? Molte sono invece le voci a favore di un nuovo impianto: in fondo,
si fa notare, anche Laporta, a Barcellona, pensa che il Camp Nou (di
costruzione molto più recente) sarebbe da rinnovare, ed è a caccia di soldi
(tanti...) per avviarne il recupero. Viva il nuovo, quindi! Il progetto, però,
prevede uno stadio più piccolo, seppure con migliaia di posti VIP. I
sostenitori del mantenimento di San Siro si fanno quindi forti del fatto che,
negli ultimi tempi, si assiste pressoché sempre al tutto esaurito anche con
squadre di seconda fascia ospiti, oltre a sbandierare l'argomento del caro
biglietti (il calcio è della gente - cit.). A questo punto, uno stadio con
capienza minore è ancora attuale? Il tutto al netto di questioni tutt'altro che
secondarie, come la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali del 2026:
in quale struttura verrà fatta, se saranno in corso i lavori nell'area? O
magari, saranno già terminati (consentiteci di dubitare...)?
Lo stadio nuovo è sicuramente importante (ne sappiamo qualcosa a
Lugano, pur con tutte le proporzioni del caso). Però, un conto è quello di
proprietà (come avviene in tante realtà di questo livello, come noto), un altro
è uno impianto in concessione (anche se lunghissima: 99 anni) e in condivisione
tra due club con ambizioni neppure malcelate di tornare nella prima fascia europea.
Detto questo, al netto del fatto che la questione delle proprietà dei due club
meneghini, perlomeno per ciò che riguarda l'Inter, è ancora molto fluida,
bisognerà vedere quale sarà la reazione dei due club di fronte al parere finale
della municipalità di Milano, che puntano sul progetto nuovo stadio per fare
aumentare il proprio valore. Non è escluso che si prenda in considerazione
un'altra area (si è parlato molto di Sesto San Giovanni, comune limitrofo al
capoluogo). Tuttavia, quella attorno all'impianto attuale è decisamente più
appetibile per tanti motivi, e crediamo che si tenterà, sino all'ultimo, di
trovare un accordo per costruire lì il nuovo impianto.
Nel frattempo, i costi della cosiddetta "Cattedrale"
stanno lievitando a dismisura, anche a causa della crisi internazionale: si
parla già di 1,3 miliardi di franchi. Insomma, di questo passo si dovrà
valutare se davvero sarà conveniente infilarsi in questa avventura. Noi siamo
di quelli che amano le tradizioni, e ci dispiacerebbe veder abbattuto un luogo
che abbiamo iniziato a frequentare quando ancora le televisioni erano in bianco
e nero; come la maggior parte delle persone, però, non crediamo che il vecchio
sia sempre bello e funzionale. Tuttavia, le tante incertezze che circondano il
tutto ci lasciano perplessi. E l'attuale situazione internazionale ci fa
pensare che il treno, ormai, sia partito. In definitiva, pensiamo che la
cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici invernali andrà in scena nel tempio
dei nostri anni più belli. E che la nostra squadra del cuore ci scriverà ancora
pagine importanti, per diversi anni.