NON SOLO SPORT
Il gol
Dal ventre sale una scossa e la testa mi si riempie di formiche impazzite
Pubblicato il 30.09.2022 08:01
di Giorgio Genetelli
Senza sapere come mi sarei sentito se l’avessi fatto io, era chiaro però che fosse la cosa più importante, il gol. L’anno passato ne hanno segnati così tanti i miei compagni più grandi e più bravi da vincere il titolo. Io niente. Quest’anno però sono sicuro che ce la faccio, anche se mi fanno giocare in difesa e rischio di buttarla nella mia porta invece che nell’altra (già successo, a Grono). Oggi siamo a Lodrino e c’è questo calcio di punizione per noi a circa due metri fuori dall’area. Chiedo all’Alfio se posso tirarlo e anche se siamo ancora sullo zero a zero acconsente, un po’ controvoglia.
Ora, non so bene che pensiero mi pongo mentre colpisco, non è che uno faccia piani articolati mentre dà un calcio al pallone, c’è solo la barriera davanti a una porta custodita da un portiere anonimo, un po’ come negli alberghi di lusso. So solo che la colpisco bene, lo sento dal suono preciso e morbido; la palla si alza e per un istante temo sia troppo debole per arrivare di là. Però ce la fa. La vedo spiovere dietro le gambe secche da adolescenti dei tizi in barriera, il portiere si muove ma la palla cade nell’angolo basso e solo quando tocca la rete, e tutti già la guardano, succede questa cosa sconosciuta.
Questa. Dal ventre sale una scossa e la testa mi si riempie di formiche impazzite, come quando metti un bastone nel formicaio, il resto è paralizzato da un piacere sconosciuto e languido. Quando torno a muovermi, i compagni mi stanno abbracciando ed è un peccato perché quel sussulto incontrollabile è già svanito, torno a ragionare e ho solo voglia di accendermi una paglia.