CALCIO
Prime difficoltà per Baldo Raineri
Il suo Bellinzona non ha convinto contro lo Sciaffusa: venerdì a Neuchâtel bisogna riscattarsi
Pubblicato il 04.10.2022 07:43
di Enrico Lafranchi
Uno Sciaffusa pragmatico quanto efficace ha messo sotto un Bellinzona dimesso che è venuto a trovarsi spesso in difficoltà nel reparto arretrato. La forzata sostituzione di Kiassumbua con Muci ha indubbiamente creato insicurezza in area, addirittura sulla linea di porta a seguito di un’uscita a vuoto e di qualche intervento fuori tempo. La difesa logicamente ha ballato il tango per un bel po’, la squadra di Yakin, nei primi 45 minuti, si è mangiata alcune grosse occasioni da gol.
Raineri sul ventiduenne rincalzo: “I portieri sono una famiglia a sé, sono degli uomini che si allenano e stanno da soli. Sicuramente per Alexander non è stato facile entrare in un momento in cui la partita era in una fase calda (si giocava da dieci minuti, ndr). Il tecnico difende anche Izmirlioglu che si è fatto buttare fuori compiendo due fallacci in 90 secondi: “Quando si gioca in un certo modo e in una certa maniera magari si perde anche il controllo”. Controllo dei nervi in una partita fino a quel momento sotto controllo e ancora tutta da giocare? “Succede anche ad altissimi livelli, Serkan è un giocatore importante, nella partita precedente è forse stato il migliore in campo”. A quel momento la difesa, priva di un giocatore di spessore come Berardi, è andata completamente in tilt al punto da costringere Muci ad abbattere in piena area Luan. Episodio che ha permesso ai renani di andare in vantaggio su calcio di rigore. La decisione del direttore di gioco è però stata messa in dubbio dall’allenatore: “Non sto a fare polemica se il rigore c’era o non c’era, secondo me il portiere è arrivato prima (sul pallone o sull’avversario?)”. Raineri ha poi detto la sua, memore probabilmente delle cinque ‘pappine incassate due anni fa sul campo dei renani (“il calcio dei fratelli Yakin è fatto di sole pallonate”) delle difficoltà (tutte sue, lo ha ammesso) nel trovare sbocchi contro un avversario che va un po’ controcorrente pur riconoscendo che nella passata stagione gli sciaffusani non avevano fatto mistero delle loro ambizioni (quest’anno rientrate, come ci è stato detto dallo staff). Una sola rete, peraltro bellissima, ma praticamente nessun’altra vera occasione da gol (Ruberto avrà toccato si e no quattro palle). Davanti il mister granata si lamenta che “ci manca qualcosa”, (verosimilmente l’assenza di uno sfondatore), dimenticando che Cortelezzi, da due mesi in infermeria, è al cento per cento un bomber. Ciò che dovrebbe maggiormente preoccupare è che domenica si è vista una squadra slegata, senza grinta (dunque recidiva, vedi le prestazioni contro Stade Losanna ed Aarau) ed incapace di costruire gioco.  Ci auguriamo che per il quinto allenatore dell’era Bentancur non si tratti di una via Crucis senza fine. Dispiace perché Baldo ce la sta veramente mettendo tutta. Si stenta a vedere i progressi attesi dal patron, d’accordo, siamo però certi che i suoi ragazzi sono tutt’altro che disposti a deporre le armi. Come ha fatto rimarcare capitan Mihajlovic si compiono troppi peccati di gioventù (leggi ingenuità), guai però mollare. L’inseguimento è difficile ma non impossibile. Scherziamo? Il secondo e il terzo posto sono soltanto 3 punti più su. E il campionato è ancora lunghissimo!
Venerdì si va alla Maladière, la trasferta verrà effettuata il giorno prima (eccellente idea). Lo Xamax è ancora all’asciutto di vittorie: “Sono andato a vedere i neocastellani a Thun, sono una squadra tosta, forte di spirito e dotata di giocatori importanti (ben detto, Raphaël Nuzzolo, 39 anni, sa ancora trovare lo specchio della porta, poco importa se dagli 11 metri o con le sue castagne dalla lunga distanza e che giochi solo scampoli di partita, ndr). Andremo a riprenderci i 3 punti che abbiamo perso, sono sicurissimo” – chiosa Raineri - finalmente convinto che le critiche a fine partita gli vengono fatte a fin di bene. Va detto che il pubblico è tutto dalla sua parte, i tifosi della tribuna per primi. Difatti lo accolgono al suo rientro negli spogliatoi con applausi insistiti, lui li saluta sorridendo a braccia alzate e ci sussurra: “Sono in pace con la mia coscienza e il mio lavoro”…