Il
calcio italiano reclama il suo spazio in Europa e si offre una
grande serata: un piccolo grande sussulto. La competizione è lunga e
in fondo difficilmente arriveranno squadre della vicina penisola, ma
Inter e Napoli possono essere soddisfatte, in modo
diverso, del risultato ottenuto.
I
nerazzurri contro ogni pronostico hanno battuto i catalani e
tentano il rilancio. La partita è stata normale, incline al tedio.
Inzaghi ha schierato una squadra arroccata e ha concesso campo.
Difesa a oltranza e ripartenza, un tempo si parlava di contropiede.
Il Barcellona ha palleggiato, palleggiato e ancora palleggiato. Ha
tenuto la sfera per oltre il 70% dell'incontro, in maniera sterile e
stucchevole. Ha recitato uno spartito senza variazioni, nessun guizzo
fantasioso. Tutto affidato a due esterni fumosi: Dembélé e
Raphinha, costati oltre duecento milioni, uno sperpero.
I
milanesi cercavano compattezza e anelavano certezze. Li ha mossi
l'orgoglio e hanno mostrato un barlume di carattere. Polemiche a non
finire per alcune decisioni del Var, secondo Xavi c'è stata una vera
e propria “ingiustizia”. Forse dovrebbe riflettere sui rari tiri
in porta scagliati dai suoi giocatori, considerando la poderosa
campagna acquisti operata dalla società e la rosa che ha a
disposizione, e che palla a Dembélé è una tattica limitativa
Quella
degli azzurri del Napoli non è un'impresa, ma una fantastica
conferma. Segnare sei gol in trasferta all'Ajax, seppure in
difficoltà, non è mai agevole. La squadra di Spalletti è
travolgente, alti ritmi e gioco spumeggiante: coppa o campionato non
fa differenza. Si chiama progetto. L'idea è quella di proporre una
gestione economica sostenibile ed essere, contemporaneamente,
competitivi. Il monte ingaggi è stato ridotto e con i soldi
incassati dalle vendite, sono arrivati talenti di livello. Giuntoli è
un dirigente che osserva i calciatori e non aspetta in ufficio il
procuratore di turno che propone il suo assistito. L'operazione
Kvaratskhelia è clamorosa, segnala competenza e lungimiranza. Il
georgiano ha le stimmate del fuoriclasse. Il Napoli, legittimamente, sogna: si prospetta una grande stagione, un titolo
prestigioso può essere posto in bacheca.
Così
sa essere il football: pure imprevedibile, dove l'improbabile
addiviene possibile, l'imponderabile si manifesta e ammalia.