Il
Milan è stato sconfitto in maniera netta dal Chelsea. Il dominio dei
padroni di casa è stato totale. Il risultato poteva assumere anche
altre proporzioni. Eppure i londinesi vivono una fase interlocutoria,
dopo l'inizio incerto, hanno da poco cambiato guida tecnica. E il
verdetto del campo non ammette repliche. La sponda italiana parte dal
presupposto che i rossoneri fossero rimaneggiati. Ma il 3 a 0 fa
rumore.
È
“La Gazzetta dello Sport” che dirige e sapientemente orienta il
dibattito nella vicina penisola. Sulle sue colonne, in guisa
ieratica, si esercita Sacchi. L'ex allenatore sostiene che il Milan
sia l'unica squadra italiana con un gioco europeo.
Ma
quindi esiste un gioco europeo: con una precisa tattica e una
mentalità ben identificata.
Sicuro: il modulo prevalente è il 4-4-2, poi ci sono, poche formazioni, che
si schierano con il 5-3-2. Lo stile della Premier sarebbe quindi
uguale a quello della Liga o della Bundesliga, riproposto durante le
competizioni internazionali.
In
realtà si tratta delle semplificazioni. L'unica vera uniformità
mondiale è il modulo e ci sono le diverse applicazioni. City e
Barcellona hanno la stessa copertura del campo, ma le differenze
sullo svolgimento degli schemi è evidente. Gli inglesi puntano la
porta e sono veloci, gli spagnoli palleggiano e in porta ci arrivano
con difficoltà. Psg e Real somigliano a delle selezioni, i
calciatori sono assemblati e devono essere gestiti, più che
applicarsi a dei dettami tattici.
Il
Milan ha perso perché esprime il livello del campionato: che è al
ribasso. Bennacer e Tonali sono centrocampisti di livello mondiale?
La
forza dei rossoneri sono gli strappi di Hernandez e Leao: prendono,
corrono e fanno metri di campo. Il portoghese, certo è
potenzialmente un campione, ma a Londra ha avuto un solo spunto.
Semplice: ha trovato avversari con la sua stessa forza e velocità.
In Italia è imprendibile, gli basta lanciare il pallone e
inseguirlo.
I
meriti di Pioli sono evidenti, ma la realtà parla chiaro: per essere
competitivi in ambito europeo è necessario altro, anche una rosa più
lunga.
Il
calcio del terzo millennio è veloce, i ritmi sono vertiginosi, ma
non ci sono grandi fuoriclasse. Si deve correre. Servono atleti e il
resto è una conseguenza. Chi volesse lo spettacolo, si dovrebbe
rivolgere verso altri palcoscenici.