Champions
Milan, una sconfitta netta
I rossoneri si sono mostrati decisamente inferiori rispetto ai loro avversari
Pubblicato il 06.10.2022 07:33
di Angelo Lungo
Il Milan è stato sconfitto in maniera netta dal Chelsea. Il dominio dei padroni di casa è stato totale. Il risultato poteva assumere anche altre proporzioni. Eppure i londinesi vivono una fase interlocutoria, dopo l'inizio incerto, hanno da poco cambiato guida tecnica. E il verdetto del campo non ammette repliche. La sponda italiana parte dal presupposto che i rossoneri fossero rimaneggiati. Ma il 3 a 0 fa rumore.
È “La Gazzetta dello Sport” che dirige e sapientemente orienta il dibattito nella vicina penisola. Sulle sue colonne, in guisa ieratica, si esercita Sacchi. L'ex allenatore sostiene che il Milan sia l'unica squadra italiana con un gioco europeo.
Ma quindi esiste un gioco europeo: con una precisa tattica e una mentalità ben identificata.
Sicuro: il modulo prevalente è il 4-4-2, poi ci sono, poche formazioni, che si schierano con il 5-3-2. Lo stile della Premier sarebbe quindi uguale a quello della Liga o della Bundesliga, riproposto durante le competizioni internazionali.
In realtà si tratta delle semplificazioni. L'unica vera uniformità mondiale è il modulo e ci sono le diverse applicazioni. City e Barcellona hanno la stessa copertura del campo, ma le differenze sullo svolgimento degli schemi è evidente. Gli inglesi puntano la porta e sono veloci, gli spagnoli palleggiano e in porta ci arrivano con difficoltà. Psg e Real somigliano a delle selezioni, i calciatori sono assemblati e devono essere gestiti, più che applicarsi a dei dettami tattici.
Il Milan ha perso perché esprime il livello del campionato: che è al ribasso. Bennacer e Tonali sono centrocampisti di livello mondiale?
La forza dei rossoneri sono gli strappi di Hernandez e Leao: prendono, corrono e fanno metri di campo. Il portoghese, certo è potenzialmente un campione, ma a Londra ha avuto un solo spunto. Semplice: ha trovato avversari con la sua stessa forza e velocità. In Italia è imprendibile, gli basta lanciare il pallone e inseguirlo.
I meriti di Pioli sono evidenti, ma la realtà parla chiaro: per essere competitivi in ambito europeo è necessario altro, anche una rosa più lunga.
Il calcio del terzo millennio è veloce, i ritmi sono vertiginosi, ma non ci sono grandi fuoriclasse. Si deve correre. Servono atleti e il resto è una conseguenza. Chi volesse lo spettacolo, si dovrebbe rivolgere verso altri palcoscenici.