LA PERLA DEL CRIS
Dale, ieri, oggi e domani
La visita di McCourt ad Ambrì ha regalato ai tifosi emozioni che resteranno per sempre
Pubblicato il 07.10.2022 07:22
di Cristiano Perli
È passato qualche giorno e i ricordi cominciano ad affiorare.
Il suo arrivo ad Ambrì è sempre un avvenimento speciale, qualcosa che riempie di gioia il cuore dei tifosi biancoblù.
Dale McCourt non è stato soltanto un giocatore dell’Ambrì, no, è stato un’icona, un ricordo a cui aggrapparsi quando le cose non vanno bene, quando tutto sembra oscuro. Una luce nelle tenebre, un ritorno a un passato che non tornerà più ma che ci ha fatto vivere meglio la nostra giovinezza.
Doveva venire lo scorso anno per l’inaugurazione della nuova pista, ma il dannato virus aveva fatto saltare i piani. È venuto qualche giorno fa, per gli 85 anni del club, illuminando con la sua presenza quei giorni di festa.
Un appuntamento romantico voluto fortemente dalla GBB, che l’ha finanziato. Perché anche in curva i sentimenti non si dimenticano. Anzi, a volte si amplificano.
È iniziato tutto venerdì 23 settembre, tra pochi intimi, in una sorpresa che non è più stata tale, tanti sono stati gli spifferi che hanno portato a questa notizia. Com’era normale che fosse, vista la portata del personaggio.
L’incontro tra McCourt e Gabriele Fransioli è stato da brividi: rivedere quei due assieme è stato qualcosa di unico. E il “Vecio” ha confidato di aver invitato Dale a pranzo e di avergli preparato “pom, lüganig e mürtadela, con dopo un bel toc da furmacc”. Erano trent’anni che non si incontravano, ma sembrava che il tempo non fosse mai passato.
All’arrivo nel pomeriggio ad Ambrì c’è subito un momento forte con la visita a quello che rimane della Valascia. È duro vederla in questo stato, ma ci si fa coraggio. I ricordi volano verso quel decennio ricchi di aneddoti, quando Dale portava l’amica di famiglia Susy a spasso sul furgone e lei a rimproverarlo di essere un pessimo autista.
Commovente anche l’ingresso del nuovo stadio, con dei compiti a cui non si è potuto sottrarre: sigillare idealmente la curva con gli autografi sul murales in bella vista all’entrata e quello storico asportato dalla “mitica” Curva sud; poi l’abbraccio dei tifosi alla Gottardo Arena che lo hanno rapito fino a pochi istanti prima dell’inizio di una partita che sembrava essere finita in secondo piano.
I tifosi si aprono ai racconti, ai ricordi: “Sai, mi ricordo ancora quando lo abbiamo ingaggiato”, mi dice uno dal cuore biancoblù. “Ero al caseificio in Cava. Arrivò il Dovere e a tutta pagina magnificava l’arrivo di Dale Mc Court chiedendosi come ci fossimo riusciti. Naturalmente avevo già la tessera, anche se ero giovane, figurati, costava 30.00 franchi. Da lì mi ha conquistato subito”.
Con Jannet (la moglie che preferisce stare in tribuna piuttosto che tra i VIP) e Clayton (il figlio) abbiamo chiacchierato un po’ sul Dale di oggi. Ne emerge che persevera, benché sessantaciquenne, a viaggiare con il suo camion scendendo fino a Chicago, ma quando è a casa non demorde nel tenersi in forma con una buona oretta quotidiana di allenamenti. All’hockey oramai quasi non ci pensa più, almeno quello giocato. Tuttavia, è iscritto in un’associazione delle vecchie glorie NHL e qualche partita dimostrativa non la disdegna.
L’imperdibile “Croce d’oro” della Valeria a Lugano e l’appuntamento a Bellinzona all’Albergo Internazionale, dove si sono rivisti i vari Celio, Zamberlani, Fransioli e Köbi Kolliker, hanno concluso una quattro giorni indimenticabile.
A noi non resta che ringraziare Dale, per quello che ha fatto in passato e per quello che riesce sempre a regalarci quando torna in Ticino. A casa sua.
(Nella foto, da sin. Armando Tognetti, Dale McCourt e Cristiano Perli)