CALCIO: NOVOSELSKIY TORNA A PARLARE DEL SUO FUTURO A LUGANO E DEL RAPPORTO CON RENZETTI
Renzetti, i giovani e il progetto da 30 milioni
Parla Leonid Novoselskiy, detentore del 40% delle azioni del FC Lugano: il suo futuro è ancora incerto
Pubblicato il 16.02.2021 08:51
di Luca Sciarini
Che fine ha fatto Leonid Novoselskiy? Se lo saranno chiesto in tanti in questi ultimi mesi.
L’uomo che possiede il 40% delle azioni del FC Lugano e che gestisce il settore giovanile del club bianconero non ha più parlato. Perché? Cosa sta succedendo?
Lo abbiamo chiesto direttamente a lui: dopo l’attesa riunione di comitato della scorsa settimana con il settore giovanile si attendevano risposte importanti sul suo futuro a Lugano
Signor Novoselskiy, com’è andata la riunione?
“È stata una riunione molto costruttiva e abbiamo deciso di andare avanti così con il settore giovanile fino alla fine della stagione. È tutto chiarito e la situazione per ora è tranquilla”.
Fino a giugno avanti così ma poi?
“Dovremo arrivare a una soluzione globale già entro marzo, vista la mia percentuale nella prima squadra e l’impegno nel settore giovanile. Le due cose sono ovviamente legate”.
Lei continua a possedere il 40% delle azioni: cosa potrebbe cambiare nelle prossime settimane?
“Bisognerà vedere se Renzetti venderà veramente la società ma soprattutto se arriveranno delle offerte adeguate. Non è un periodo facile per vendere un club ma ogni tanto c’è qualcuno che a sorpresa si presenta e cerca un club per svariati motivi. Vediamo se succederà anche a Lugano”.
E in quel caso?
“Beh, allora potrò decidere se accettare l’offerta che viene fatta a Renzetti e vendere così il mio 40% o nel caso contrario tentare di acquisire il club per la stessa cifra. Il contratto che abbiamo stipulato mi dà questa possibilità”.
E nel caso in cui Renzetti non vendesse, Lei cosa farà?
“Non lo so ancora, ascolterò le sue idee e vedremo se sarà ancora possibile continuare a collaborare oppure no”.
Com’è il vostro rapporto adesso?
“Dopo ciò che è successo con il Team Ticino è ovvio che non può esserci un rapporto idilliaco. Io sono però una persona pragmatica e alla fine dovremo trovare una soluzione che vada bene per tutti”.
Lei aveva già provato a comprare il Lugano: ci riproverà?
“Non lo so, dipende dalla situazione che si verrà a creare. Non è assolutamente facile riuscire a comprarlo ma soprattutto è complicato trovare i 30 milioni, o forse anche qualcosa in più, per gestirlo e mettere in piedi il progetto dell’accademia che ho in testa”.
Scusi, quanti milioni?
“Sono tanti, lo so, ma è la cifra che ci vuole per allestire un progetto a lungo termine e fare crescere e formare quei giovani che poi un giorno andranno a giocare nelle squadre professioniste. Da solo ovviamente non posso farlo, ho bisogno di partner che condividano la mia stessa idea calcistica”.
A livello calcistico l’idea è sempre la stessa, vero?
“Assolutamente sì. Vogliamo formare giocatori ticinesi che possano arrivare molto in alto. Ci vorranno ancora 2-3 anni e poi credo che vedremo i primi frutti della nostra pianificazione, ossia piazzare dei giocatori nelle migliori squadre ticinesi, come Lugano, Chiasso, Bellinzona, con la prospettiva che un giorno possano poi fare il salto nei grandi campionati europei”.
Per attuare questo progetto Lei ha bisogno di comprare un club?
“Questo sarebbe il piano A, ma nel caso non ci fosse la possibilità si potrebbe anche pensare di avere 2-3 club con cui instaurare una partnership. È importante che i club con cui andremo a collaborare abbiamo la stessa nostra filosofia calcistica”.
La filosofia di un calcio offensivo, giusto?
“Sì, certo. Di un calcio offensivo, con tanto pressing e palla a terra, comandando sempre la partita. Io il calcio lo vedo così ed è ciò che stiamo cercando di fare a Lugano da qualche anno”.
Con il Team Ticino non si riesce a sedersi a un tavolo e cercare una nuova intesa?
“La vedo difficile, siamo molto lontani a livello di filosofia calcistica. Lo si può invece fare per parlare di aspetti organizzativi”.
Del FC Lugano cosa mi dice? Le piace la squadra di Jacobacci?
“Non voglio dire nulla di particolare. Faccio solo i complimenti al mister e al gruppo per lo spirito che mettono sempre in campo. Dall’esterno vedo un gruppo unito e motivato. Dal punto di vista calcistico si sa che io preferisco un calcio più attrattivo ma bisogna capire se con questa squadra è possibile farlo e se non si rischia poi di perdere troppi punti”.