I
tarantolati della tribuna
Maleducazione,
ignoranza, meschinità: il calcio (della perfidia) italiano continua
a far parlare di sé non tanto per quanto succede in campo ma per le
continue e reiterate polemiche provocate nella recente sfida di
Coppa Italia fra Juventus e Inter. Come noto la dirigenza “zebrata”
ha preso di mira il suo ex allenatore Antonio Conte, insultato
pesantemente durante la sfida ad eliminazione diretta. Di contro
canto, il reprobo leccese ha risposto con il classico dito medio. Mal
gliene incolse. I tarantolati della tribuna Agnelli, Paratici e
Nedved, dimenticandosi dello “stile Juventus” tanto evocato,
hanno assunto le sembianze di hooligan in calore: l’arroganza del
potere di tristi personaggi che pensano di comandare il calcio a
bacchetta e di disporre a loro piacimento. Gianni e Umberto Agnelli,
stretti parenti dell’attuale presidente, si rivolterebbero nella
tomba. Agnelli, Paratici e Nedved, ecco la nuova Triade bianconera.
Farà danni come quella precedente (e poco gloriosa)? Impietoso
Arrigo Sacchi: “Calcio
specchio del paese, maleducazione imperante. Una pagina bruttissima
di sport”. Come
dargli torto…
Bel
gioco: ma quando mai…
UItimamente
i puristi del calcio tirano un po’ troppo spesso le orecchie a
Maurizio Jacobacci. Il motivo? Il Lugano quarto in classifica “non
gioca bene”. Cerchiamo di capirci: cosa significa giocare male
oppure giocare bene? È certamente un concetto soggettivo e noi, per
altro, crediamo che il bel gioco sia ormai diventato una favola per
bambini. Lo spettacolo tanto bramato non lo si vede nemmeno in
Champions League. Forse nel campionato carioca, dove la palla non
esce mai dal rettangolo verde e la tecnica prevale sulla fisicità e
la tattica. Calcio d’altri tempi? Chissà…. Restando al Lugano e
alle nostre latitudini: salvo prova del contrario, non c’è una
sola squadra in Svizzera che ci faccia emozionare per geometrie e
qualità. Nemmeno il tanto decantato e dominatore Young Boys,
compagine solida, molto fisica ma che non si risparmia i lanci
lunghi. Il “bel gioco” insomma è un optional. Domenica a
Cornaredo i campioni svizzeri hanno maramaldeggiato (1-3), sfruttando
le loro peculiarità e gli errori bianconeri. Nient’altro. Cari
puristi, bisogna adeguarsi…A proposito: abbiamo letto da qualche
parte: che “stasera
torna lo spettacolo della Champions League”. Ma
qualcuno ci crede ancora?
Come
salvare il campionato…
Il
massimo campionato svizzero di hockey va avanti a singhiozzo. Squadre
quarantenate, calendario impazzito. Pensate: dal 2 gennaio scorso il
Lugano ha dovuto sottoporsi ad un autentico tour de force per
recuperare il terreno perso a causa della pandemia. I bianconeri
hanno infatti giocato ben 19 partite in 46 giorni. Una media di una
ogni tre giorni. Ma non basta: il Berna e il Losanna sono gravemente in
ritardo sulla tabella di marcia. Difficile pensare che riescano a
completare il calendario entro inizio aprile, quando dovrebbe finire
la regular season. Se lo faranno, è perché avranno sostenuto una
vera e propria marcia forzata, sottoponendo i propri giocatori a
ritmi infernali. Con immaginabili conseguenze sulla salute dei
singoli protagonisti e naturalmente sulla regolarità di un torneo
che giorno dopo giorno perde in credibilità. Si aspettano soluzioni
per salvare questo “povero” campionato.