Podismo
Non solo calcio
Si stanno correndo le "grandi" maratone, la prossima è New York
Pubblicato il 18.10.2022 04:00
di Angelo Lungo
Sul regno del calcio il sole non tramonta mai. Il football domina in maniera incontrastata, non ha avversari. Troppo forte il richiamo della sfera, la popolarità è planetaria. Se non ci sono incontri, ecco il Pallone d'Oro. Mass media e tifosi sono concentrati sulle partite, un flusso che non si interrompe mai, e poi sui risvolti che vanno oltre il campo, un racconto continuo e dettagliato. Discussioni che non finiscono e che si protraggono. E il Mondiale è imminente, per cui lo scenario rimarrà immutabile: per mesi.
E cosa rimane agli altri sport? Abbozzare, sopportare, altra scelta non ne hanno. La scena è saldamente occupata, l'attore protagonista non ha nessuna intenzione di abbandonare il palcoscenico, è un monologo. La tribù degli appassionati è fedele, il rito collettivo ammalia, ha una forza di attrazione capace di rinnovarsi. Un mistero che ha poche spiegazioni e numerose interpretazioni.
Eppure questo è il tempo delle “maratone”. La gara delle gare: quei 42 chilometri che partendo dallo zero, devono portare verso l'infinito.
A Berlino il keniota Eliud Kipchoge ha ottenuto il nuovo record del mondo. Una prestazione semplicemente incredibile.
A Londra ha tentato di rispondergli l'etiope Kenenisa Bekele, ma ha dovuto arrendersi, l'età è implacabile con gli uomini, segnala che c'è un limite oltre il quale è impossibile andare.
La prossima è New York, il percorso è duro, il fascino è intatto
L'avvio è mattutino, lo sparo e via. Partono i professionisti e seguono gli amatori: una marea che ha deciso di soffrire, mettersi alla prova e sconfinare quel “maledetto” 35° chilometro. Serve anima, l'afflato, il soffio che conduce l'umano a sconfinare verso territori sconosciuti e impervi. Serve il cervello, è necessaria una preparazione accurata e una gestione razionale della prestazione.
Capita, spesso, che la corsa dei migliori si incrocia con quella del resto del gruppo. È la la democrazia dello sport. È bellezza senza distanza. È la consacrazione della fatica, la fanno sia quelli davanti, sia quelli dietro.
Qualche numero: sono oltre 1200 i corridori che hanno corso sotto le 2h e 10 minuti; i più forti viaggiano oltre i 20 km all'ora; i partecipanti a New York sono più di 50000.
La classica, e stucchevole, domanda che viene al podista è la seguente: perché corri?
Non c'è risposta pertinente. Ma questi sono tempi in cui, per essere rivoluzionari, bisogna procedere lentamente nel corso della vita quotidiana e velocemente quando si è in strada e si è da soli.
Perché come dice lo scrittore: Viviamo come sogniamo, soli.