Se sai pattinare,
vieni in nazionale a giocare: è questo grosso modo lo slogan lanciato nelle
scorse settimane dalla federazione di hockey e inline del Liechtenstein. Il quotidiano
"Volksblatt" ha pubblicato un appello che invita gli interessati di ogni
età a iscriversi con urgenza alla neocostituita scuola di hockey su ghiaccio,
anche se vogliono solo passare a dare un'occhiata.
Non è facile
costruire una squadra nazionale in uno stato nano con meno di 40 mila abitanti,
dove non esiste neanche una pista di pattinaggio ma c’è un solo club, l'EHC
Vaduz-Schellenberg. A differenza del Vaduz calcio che giostra nella Swiss
Football League, gioca in un campionato austriaco, precisamente la seconda
divisione della vicina regione del Vorarlberg; allenamenti e partite in casa invece
sulla pista di Grüsch, nei Grigioni, sulla strada che sale verso Davos… a
un’oretta di macchina. A livello di logistica, sarete d’accordo, non proprio il
massimo.
A dire il vero,
la nazionale del “Ländle” apparve per la prima volta sui pattini una ventina d’anni
fa, perdendo una partita amichevole contro una squadra giovanile austriaca per
0:25. Il progetto è stato riattivato l'estate scorsa e i migliori pattinatori
del Liechtenstein si incontrano ora una volta al mese per allenarsi a Widnau, canton
San Gallo. E ora affrontano altri Paesi in cui la maggioranza della popolazione
non conosce l'hockey su ghiaccio nemmeno per sentito dire. Al Development Cup
di Füssen (Germania) della scorsa primavera, la squadra del Liechtenstein ha
sconfitto Irlanda, Portogallo, Andorra e Algeria; solo la Colombia gli è stata superiore. Il loro giocatore più noto è
Mauro Neurauter, 22 anni, giovanili al Coira e ora al Prättigau-Herrschaft (Grigioni)
nella nostra prima lega.
In Liechtenstein adesso
si vorrebbe di più e cioè arrivare fino a partecipare ai Mondiali di hockey.
Dunque bisogna tesserare un numero sufficiente di giocatori con passaporto
nazionale e da qui è partito l’appello pubblico. Il problema che si pone ora,
però, è un altro. La federhockey internazionale è pronta a chiudere entrambi
gli occhi al fatto che l’unica squadra del paese giochi all’estero, ma impone
almeno la presenza di una pista coperta sul suolo nazionale; lungo tutta la
vallata del Reno non ce n’è una che risponda alle norme tra Coira e Widnau
mentre quella di Lustenau nella vicina Austria è stracolma.
Ma in tema di
crisi energetica, al momento questo progetto è stato messo in fuorigioco dalle
autorità. Nell’ingaggio tra il comitato promotore “Eishalle FL 2025” e il governo,
il puck è finito tra le fila della politica che ora deve giocarselo. Alla luce
dei buoni risultati internazionali, agli hockeysti del (ricco) Principato non
rimane che attendersi un regalo letteralmente principesco.