CALCIO
La scelta di Mansueto, la garanzia Blaser
Il patron dei Chicago e del Lugano ha puntato sul CEO bianconero anche negli Stati Uniti
Pubblicato il 19.10.2022 15:56
di Silvano Pulga
Non sappiamo se Joe Mansueto abbia particolari competenze calcistiche. Tuttavia, quando è venuto a Lugano, prima che iniziasse la nuova stagione, ha fatto chiaramente capire che le partite le guarda. E alcune sue osservazioni sulla posizione in campo di Bottani (e non solo) fanno anche pensare che abbia un’idea di ciò di cui si parla. Una cosa, però, è apparsa chiara, dai discorsi che ci ha fatto: vale a dire che è uomo pratico, consapevole del non avere in mano tutte le competenze per seguire, in prima persona, il proprio business sportivo. E, per questo motivo, si circonda di collaboratori i quali, invece, queste competenze le hanno. E la sensazione, a naso, visti anche i successi personali nelle proprie attività economiche, e che abbia una particolare abilità nel sceglierli. 
Martin Blaser è uno di loro. Non è uomo di campo, anche se capisce di calcio molto di più di quanto voglia far credere: ma è una scelta precisa quella di non interferire negli ambiti dove sono altri ad agire. E così, a parlare di calcio giocato sono solo Croci Torti e Da Silva. S’intuisce, ovviamente, che anche lui visioni i giocatori su Wyscout prima di dare il proprio assenso alle trattative: ma questo fatto, nella narrazione a uso addetti ai lavori e tifoseria, non viene mai fuori. Scelta precisa: ma, per esempio, nella decisione di affidare, lo scorso anno, la panchina della Prima squadra a Mattia Croci Torti, nonostante ci fossero spinte per fare arrivare altri, c’è stato soprattutto lui. Così come in quella di esonerare Abel Braga, un monumento del calcio brasiliano e non solo. Che ha dimostrato di essere ancora un uomo vincente non appena rimesso piede in Brasile, tra l’altro. Ma qui sta la forza di chi sa prendere decisioni che, a primo avviso, appaiono controcorrente. E, al di là di ciò che ha fatto Braga, a noi interessa di più quello che abbiamo visto (e vediamo) a Lugano. E diremmo che la scelta è stata azzeccata. 
Joe Mansueto ha quindi deciso che Martin Blaser può essere l’uomo giusto per risollevare le sorti dei Chicago Fire nella MLS. Sfida difficile e intrigante: il dirigente ex Basilea ha una grande conoscenza dell’ambiente del calcio elvetico, delle sue potenzialità di sviluppo anche economico, come ha dimostrato nelle sue uscite pubbliche. L’uomo d’affari statunitense è però convinto che possa fare un lavoro egregio anche alla casa madre dove, come sappiamo, ci sono delle difficoltà, dal punto di vista sportivo. Ce la farà? Noi glielo auguriamo, ovviamente: prima di tutto perché, in Ticino, ha fatto un grandissimo lavoro (non va dimenticato quanto ci abbia messo in tutta la fase di approvazione del progetto stadio, forse la sua più grande vittoria). E poi, perché i successi di Chicago avranno un rimbalzo positivo anche in Svizzera. 
Martin Blaser, per ora, manterrà comunque un ruolo anche in Ticino: del resto, le moderne tecnologie lo consentono. Potrà anche contare su uomini scelti da lui, alcuni dei quali (Michele Campana per dire, ma non solo) scelti dalla gestione Renzetti. Era stato proprio il Pres, nei giorni seguenti alla cessione, a invitare i nuovi arrivati a non smantellare la squadra già esistente: un gruppo di lavoro che aveva, tra le altre cose, messo in piedi due campagne europee con la necessità di giocare le partite casalinghe in Svizzera interna, e una finale di Coppa svizzera a Zurigo. L’intelligenza di averlo ascoltato è stato uno dei suoi primi atti da dirigente: e il traguardo raggiunto da Michele Campana all’interno della SFL è la prova che sia lui che Renzetti avevano ragione. 
E adesso? Affaire à suivre, come si dice in questi casi. Ma concedeteci di avere fiducia in Joe Mansueto e nello stesso Blaser, vale a dire in due persone che i collaboratori li sanno scegliere. C’è un progetto a lungo termine, uno stadio da costruire, una squadra che, settimana dopo settimana, cresce e si consolida. Le promesse, sinora, sono state mantenute. E quindi, dobbiamo ritenere che la continuità verrà garantita. In campo e fuori.