Calcio
Non gioco più, me ne vado
Crstiano Ronaldo fa sempre discutere, si sente un incompreso
Pubblicato il 20.10.2022 07:55
di Angelo Lungo
Il Manchester United è al suo ennesimo “anno zero”. I soldi non mancano e sono stati spesi. Campagne acquisti faraoniche. Ma niente risultati. Fallimento è la parola che definisce le sue ultime stagioni. Mentre il City vola e viene considerata la migliore squadra del mondo. Scenari cupi.
Per ripartire la dirigenza ha puntato sull'olandese Erik Ten Hag. Un azzardo: il modello Ajax fuori dai suoi confini, molto spesso, non funziona. Illude e rimane nella dimensione della promessa che evapora. Ma forse lo United sta svoltando. Nell'ultima partita ha sconfitto per 2 a 0 l'ambizioso Tottenham di Antonio Conte. Una partita dominata.
C'è chi dice no. Al minuto 90 Cristiano Ronaldo non gradendo lo spettacolo, si è alzato dalla panchina e si è diretto verso gli spogliatoi. Come a sottolineare che senza di lui non conta. Se avesse potuto avrebbe preso tutti i palloni e li avrebbe portati con sé. Una lesa maestà non la si subisce senza reagire. È lui il protagonista, il resto è puro contorno, dettagli speciosi. L'allenatore ha specificato che il comportamento del portoghese non gli interessa.
Ronaldo è tormentato, si sente dileggiato. I tifosi dei Red Devils lo acclamano. E l'attaccante non si ritiene il passato. Non si percepisce come un simulacro, come una parvenza di giocatore. Si sente forte, capace di essere, ancora, decisivo.
Cosa connota una “squadra”? Lo spirito, l'afflato che unisce. La solidarietà che diventa organica. Il singolo che sfuma la sua individualità e si inserisce nel contesto.
E CR7? È una sigla, tipica della “società dello spettacolo”. Un marchio. Ronaldo è concentrato su se stesso. Lui si esibisce per i suoi record. La sua è una legittimazione naturale. Si vive come un consacrato alla grandezza. E ci crede. Reagisce platealmente poiché è indignato, la panchina non gli appartiene, vuole stare in campo al centro: gli spetta, è un diritto inalienabile.
È l'Io, ma suona meglio Ego. È la struttura orientata al contatto e ai rapporti con la realtà, sia interna che esterna. La deriva è rappresentata: dall'egoismo; l'egotismo; l'egocentrismo.
Il filosofo Pier Aldo Rovatti parla di un'epoca caratterizzata da “Egosuari”. Hanno un ego abnorme, un'etica minima. Vivono per la loro esclusiva rappresentazione e non sanno stare assieme agli altri. E si glorificano.