Al momento, il
medagliere di questi Mondiali di Cortina parla austriaco ma perlomeno ha un
accento molto “svizzero”. E non basta. Andando a rovistare negli archivi di
storia e classifiche, ci accorgiamo che i colori elvetici hanno sempre brillato
all’ombra delle Dolomiti.
I secondi
Campionati del Mondo si disputano a Cortina nel 1932: i nostri si portano a casa
tre ori e in totale sei medaglie in sei gare. Rosa “Rösli” Streiff di Glarona (†
96, deceduta novantaseienne) festeggia due ori nella combinata e nello slalom.
Otto Furrer († 47) vince l'oro in combinata, l’argento in slalom e il bronzo in
discesa; egli fu già secondo l’anno prima ai Mondiali svoltisi a Mürren (Berner
Oberland). Lo sciatore di Zermatt perderà la vita nel luglio del 1951 in una
scalata al Cervino per lo strappo della corda. A questo si aggiunge l'argento
in discesa del grigionese David Zogg († 76), vincitore l’anno prima in slalom.
Nel 1956, quando
i Giochi Olimpici contavano anche come Campionati del Mondo, bisognava chiamarsi
Toni Sailer (nella foto) o avere passaporto rossocrociato. L'austriaco di Kitzbühel vince tre
medaglie d'oro in tre gare – e con quella della combinata sono quattro – in
occasione di questi "Sailer Games". Madeleine Berthod (Château d’Oex
VD, nata il 1. febbraio 1931) vince la discesa e Reneé Colliard (Ginevra, 24
dicembre 1933) lo slalom. Frieda Dänzer († 84) è seconda in discesa. Raymond
Fellay († 62), vince l’unica medaglia maschile, quella d’argento in discesa a…
tre secondi dall’irresistibile Sailer.
Tra queste due
edizioni, un Mondiale si svolse in terra bellunese nella prima decade del febbraio
1941, in pieno periodo bellico. Tutte le medaglie se le dividono
Germania (“Deutsches Reich”, impero tedesco) e l’Italia (fascista), ai
rossocrociati (in formazione ridotta) rimangono le briciole: il quarto posto di
Vreni Fuchs e i due quinti posti di Rudolf Rominger sono i risultati migliori. In
assenza di Benito Mussolini e dello stesso Presidente della Federazione
Italiana degli Sport Invernali nonché Ministro delle Corporazioni, Renato
Ricci, fu il Presidente del CONI, Raffaele Manganiello, ad inaugurare l’evento.
«È la prima volta, nella storia moderna, che una grande manifestazione sportiva
internazionale si effettua in tempo di guerra e coll’intervento di squadre
militari» dichiarò: «Questo fatto onora l’Italia organizzatrice dei Campionati
e onora i Paesi che hanno aderito all’iniziativa perché rispecchia
la serena coscienza di popoli veramente forti e sicuri del loro destino; i
popoli che non si lasciano turbare dalle vicende dell’ora che volge».
Manganiello, che
sarebbe stato giustiziato dai partigiani piemontesi nel settembre del 1944,
assisterà a tutte le gare a fianco del Reichssportführer (il Ministro
dello sport tedesco) Hans von Tschammer und Osten, con il quale si intrattenne
in diverse riunioni italo-tedesche, volte a pianificare operativamente quel
nuovo ordine sportivo mondiale che i vertici dei due Paesi andavano teorizzando
fin dal 1939. Nel congresso internazionale del 1946, però, la Federazione
Internazionale decise di dichiarare nulli questi Mondiali del ‘41, poiché, a
causa della seconda Guerra Mondiale, molte nazioni non poterono prendervi parte.
Per arrotondare
il discorso su Cortina e medaglie d’oro svizzere, ce n’è ancora una da
raccontare. Alberto Tomba (sì, lui) vinse tre ori olimpici. Imparò a sciare a
Cortina dalla moglie dello sciatore cortinese Roberto Siorpaes, la grigionese
Yvonne Rüegg (2 agosto 1938) – campionessa olimpica nel gigante a Squaw Valley
nel 1960.
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