A Lucerna, per certi
aspetti. è andata in scena la fotocopia della partita di mercoledì contro lo
Young Boys: episodio arbitrale contestato, squadra che incassa un gol e che poi
perde il controllo della partita. Aggiungiamoci la minor freschezza dopo il turno
infrasettimanale, e la cena è servita. Una rete in meno subita rispetto alla
sfida di metà settimana, ma una sconfitta che brucia anche di più: perché il
Lucerna in casa è temibile, ha buone individualità, come avevamo visto a
Cornaredo in occasione della partita precedente, ma fa parte di quel gruppo di
squadre (tutte, a parte lo Young Boys, anche se non sempre, come abbiamo visto
anche ieri, con il Sion che ha imposto il pareggio alla truppa di Vicky) con il
quale la compagine luganese può e deve giocarsela alla pari.
Qualche errore
individuale di troppo, frutto forse di deconcentrazione o stanchezza. Preoccupa
il momento di black out subito, ancora una volta, dopo una decisione arbitrale
quantomeno controversa. Lo hanno già scritto altri, e lo facciamo anche noi: la
regola sul fallo di mano è sicuramente punitiva, ma certe interpretazioni fanno
pensare. Il tocco, qua, è avvenuto lateralmente, con il bicipite. Difficile
dire che il giocatore volesse in qualche modo aumentare la propria sagoma, al
netto del fatto che Mai ha fatto di tutto per colpire la palla di testa,
abbassandosi. L'unico modo che aveva per evitare di toccare la sfera era
fermarsi un secondo prima, e non andare a contrastare l'avversario: ci sembra
eccessivo, e siamo certi che la regola non sia stata concepita per impedire al
difensore di giocare. Al di là delle legittime critiche su una regola
penalizzante, bisognerebbe anche trovare un metro di giudizio quantomeno
obbiettivo. La speranza è che, dagli imminenti Mondiali, arrivino linee guida
chiare e inequivocabili, su questa e su altre regole quantomeno interlocutorie.
Il resto, lo abbiamo
anticipato sopra: i bianconeri non hanno fatto malissimo, fermo restando che il
Lucerna era andato vicino alla rete in un paio di occasioni (anche Celar, però,
all'8', avrebbe potuto insaccare, con il portiere avversario che ha avuto una
bellissima risposta istintiva sul tocco ravvicinato dello sloveno). Sono
sembrati affaticati Valenzuela (in difficoltà nella fase di copertura in
qualche occasione, e in particolare in quella che ha portato alla seconda rete
dei padroni di casa), Sabbatini e Doumbia, i quali hanno sofferto quando
i confederati, a un certo punto, hanno cambiato marcia. La sensazione, infatti,
è stata che il Lucerna, a un certo punto, avesse più benzina. Non sapremo mai
se la partita sarebbe andata diversamente, se i ticinesi fossero riusciti a
tenere il risultato per un periodo più lungo; di sicuro, è mancato qualcosa
davanti e in fase di ripartenza. Troppo solo Amoura, che pure ha disputato una
buona partita, proponendosi anche in fase di copertura. Peccato, perché i
lucernesi hanno lasciato degli spazi, anche col risultato in equilibrio: ma
serviva maggiore incisività, che ieri è mancata. Ai padroni di casa, al
contrario, non sono mancati cinismo e concretezza, e questo ha fatto la
differenza.
Ora, bisogna guardare
avanti. Il bilancio di queste tre partite dice un punto solo: troppo poco, per
una squadra che ha ambizioni di classifica. 9 i gol incassati, e solo 3 quelli
fatti (anche se, a onor del vero, quello messo a segno ieri da Bislimi è stato
davvero di ottima fattura). Serve un cambio di rotta, già da sabato
prossimo a Ginevra, non proprio un campo facile. Tuttavia, questo Lugano ha
dimostrato di avere i mezzi per potersi imporre contro tutte le altre: quindi,
rispetto per tutti, paura di nessuno: non è certo il lavoro che spaventa il
Crus e i suoi, e questo è il momento di dimostrare che questa squadra è
attrezzata per reggere le sfide che l'attendono.