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Il Ticino è veramente penalizzato dagli arbitri?
Hockey o calcio, nel weekend ci si è lamentati anche in maniera dura: qualcosa ovviamente non va
Pubblicato il 23.10.2022 09:48
di L.S.
Due allenatori ticinesi che non le mandano a dire: in modo diverso ma con lo stesso messaggio. O almeno le stesse finalità. A loro si accoda anche un presidente ticinese, della quarta società calcistica del cantone: il Paradiso.
Il bersaglio sono gli arbitri: in campo, dietro uno schermo o addirittura davanti al proprio spogliatoio.
Ce n’è per tutti i gusti ed è difficile, dopo questa raffica dialettica delle tre “C”, Croci-Torti, Cereda e Caggiano, non fare una piccola riflessione. Inutile? Forse. Demagogica? Possibile.
Il messaggio di questi protagonisti del nostro sport è inequivocabile e sottintende un malessere generale nei confronti della categoria arbitrale.
Il Ticino è davvero bersagliato? Contiamo poco? C’è della plateale sudditanza psicologica?
Difficile da dire. Chi fa questo mestiere da più di 30 anni non parlerà mai di malafede: sarebbe in palese antitesi con la sua passione.
I tre episodi sono diversi, ma le esternazioni riflettono un momento di sconforto da parte di chi le subisce.
Cereda ha fatto bene a rivelare la presenza del CEO del Berna Raffainer davanti allo spogliatoio degli arbitri. Ma stiamo scherzando? L’ex giocatore dell’Ambrì ha ammesso il fatto e si è scusato.
Basta così? Assolutamente no. Qui ci vuole una multa, una punizione esemplare. L’accaduto è gravissimo. E se Cereda non l’avesse visto? È già successo altro volte?
Domande che legittimamente ronzano nella testa di chi poi è vittima di ingiustizie arbitrali.
Cosa dire del FC Lugano? Si è parlato tanto del presunto fallo subito da Sabbatini contro lo Young Boys e non sanzionato. Sono situazioni di campo e l’errore ci può stare. Ma qui entra in scena il VAR. Perché ieri sera è stato richiamato al VAR (dove sedeva Schärer!) l’arbitro Gianforte, mentre mercoledì a Cornaredo il signor Schärer (che arbitrava la partita) non è andato a rivedere la scena?
Ci sarebbe un’altra considerazione da fare. Non sarebbe stato più “intelligente” lasciar fuori da questa partita un arbitro che tre giorni or sono era stato protagonista di un episodio così tanto discusso? Piccole astuzie, o magari soltanto buonsenso, che aiuterebbero a non pensare male.
Finale con il Paradiso. Calcio “minore” per qualcuno. Può darsi, ma gli sforzi che si fanno anche a questi livelli sono tanti. Tutti o quasi i dirigenti si lamentano quando devono affrontare squadre d’Oltre Gottardo. Anche in queste categorie, lontane dai riflettori, il Ticino si sente penalizzato.
Il rigore di ieri (vedi foto) che elimina il Paradiso dalla Coppa Svizzera è quanto meno dubbio, per non dire altro. Caggiano, preso dalla frenesia da social post-partita, va un po’ “lungo” e parla di malafede arbitrale. Poi si ritrae, spiega, tira fuori le immagini. È stanco di queste situazioni.
La domanda adesso è questa: siamo noi che ogni volta che perdiamo cerchiamo degli alibi o siamo veramente vittime della sudditanza psicologica arbitrale?
Una risposta che probabilmente non avremo mai.