CALCIO: STASERA CONTRO I GINEVRINI CI VORRÀ UN LUGANO PIÙ CORAGGIOSO
Jacobacci, è il momento di osare
Stasera contro il Servette sfida importante per la classifica e per la fiducia
Pubblicato il 17.02.2021 10:26
di Luca Sciarini
Non c’è ancora paura, ci mancherebbe altro. C’è però la consapevolezza che il momento è delicato.
Ne ha parlato il presidente Renzetti (“adesso non sfaldiamoci”) e l’ha ribadito Maric (“è il momento di restare uniti”).
Si invoca all’unione, al gruppo, a quella compattezza dentro e fuori dal campo che ha fin qui contraddistinto il Lugano capace di soffrire e a sprazzi di offrire un buon calcio.
Purtroppo però, in un campionato come questo a dieci squadre dotato di un equilibrio forse senza precedenti, non basta ancora. Ci vuole qualcosa di più.
Qualcosa che bisognerà assolutamente tirar fuori questa sera contro il Servette, in una partita che dal punto di vista della fiducia, ancor più che della classifica, risulta importantissima.
Jacobacci in conferenza stampa ha ripetuto più volte il concetto “non farò turnover”. È sembrato quasi infastidito alla domanda (lecita) del giornalista. Il motivo lo ha rivelato un paio di risposte dopo e in fondo non era così difficile capirlo. “Quando ho cambiato quattro giocatori mi hanno detto che ho sbagliato a rivoluzionare la squadra”.
Gira e rigira, a Jacobacci danno ancora fastidio le parole del presidente Renzetti (e le critiche dei media in generale), che dopo la partita con il Vaduz aveva detto che il mister “aveva voluto fare il fenomeno” e che “a metà tempo avrei voluto andare in panchina a rimettere a posto le cose”.
La sensazione, a distanza di un paio di settimane, è che il tecnico non abbia ancora completamente metabolizzato quelle parole. Umanamente ci sta, professionalmente no.
Bisogna guardare avanti e dimenticare le parole di Renzetti, che sappiamo vive le partite più da tifoso che da presidente e che ama disquisire di calcio in maniera libera e leggera.
Parlando di moduli e di situazioni tattiche, ieri Jacobacci è tornato sulla sua idea di calcio, di una manovra che nasce dal basso con passaggi veloci e inserimenti dei trequartisti.
Come raccontava Patrick Rossini (suo giocatore ai tempi dello Sciaffusa) un paio di giorni or sono, Jacobacci ha sempre privilegiato un calcio offensivo, in cui si attacca l’avversario e si gioca in velocità.
Tutto al contrario, bisogna dirlo, di quel Lugano timido e difensivo che si è visto in queste ultime partite.
Perché se è giusto e sensato adattarsi alle caratteristiche dei propri giocatori, può risultare rischioso e alla lunga logorante, cercare di esprimere un calcio che non ci si sente addosso.
Ed è a questo punto che Jacobacci deve fare una scelta coraggiosa. Prima che sia troppo tardi.