Al Comunale si gioca domenica
una partita di rilevante interesse per i granata. Calcio d’avvio alle 14.15, un
orario che dovrebbe portare più gente allo stadio. Da un sondaggio che abbiamo
effettuato in questi giorni i bellinzonesi al sabato sono portati a fare altre
cose. Lasciano in buon numero la città per godersi diversamente queste belle
giornate così poco autunnali (magari ancora in montagna). Staremo a vedere,
l’empatia per la squadra del cuore, come ci hanno detto i tifosi che seguono
gli allenamenti sul campo C (mattina e sera) o che preferiscono darsi
appuntamento nei bar delle vicinanze, non è comunque mai venuta meno. Sarà che
il pubblico ultimamente non ha risposto con l’entusiasmo che ci si attendeva a
promozione avvenuta, però di fischi durante le partite non se ne sono mai
sentiti. Chiaro che la squadra deve ora fermare l’emorragia che è andata
accentuandosi con l’avvenuto cambio tecnico. Il ritardo dalla cima della
classifica è andato purtroppo salendo venerdì sera, non tanto per i punti (8)
che separano il Bellinzona dalla nuova capolista (lo Stade Losanna) ma per i 7
in più ottenuti dall’Yverdon (ora secondo, una settimana fa dietro la squadra
di Raineri!) al quale ne sono stati regalati 3: quelli del Comunale! Perdendone
altri 3 (o anche “soltanto” 2) contro il Vaduz la squadra piomberà
ufficialmente in crisi. Da qui non si scappa.
La compagine del Liechtenstein, che giovedì ha ammainato bandiera di nuovo con l’onore delle armi in Europa Conference League, è in netta ripresa. Sarebbe ridicolo pensare che i ragazzi di Mangiarratti scendano in campo stanchi morti sul piano fisico (tre giorni di riposo contro i 9 dei granata). Per loro giocare tre partite in otto giorni è diventata una cosa normale.
La compagine del Liechtenstein, che giovedì ha ammainato bandiera di nuovo con l’onore delle armi in Europa Conference League, è in netta ripresa. Sarebbe ridicolo pensare che i ragazzi di Mangiarratti scendano in campo stanchi morti sul piano fisico (tre giorni di riposo contro i 9 dei granata). Per loro giocare tre partite in otto giorni è diventata una cosa normale.
Alessandro partiamo dalla
gara con l’AZ Alkmaar. Poteva doveva andare meglio?
“Possiamo considerare quella
di giovedì con gli olandesi una delle nostre migliori prestazioni nella fase a
gironi (commenti lusinghieri sui media locali e della Svizzera orientale, ndr).
Ci è veramente mancato poco per almeno ottenere un pareggio. Peccato, siamo
stati punti da due errori del collettivo. Ci rallegriamo comunque di esserci
fatti trovare pronti a grosse prestazioni con grandi squadre europee”.
In campionato state
riprendendovi alla grande:
“È stata una buona settimana,
abbiamo conquistato 7 punti in tre partite. Non possiamo davvero lamentarci”.
Siete costretti a un vero
e proprio tour de force:
“Questa è la nostra
undicesima settimana inglese!”.
Come spieghi il vostro
cambiamento di rotta dopo il complicato avvio di stagione?
“Chiaramente ha inciso il
fatto di giocare così tante partite. In questo momento ne abbiamo disputate ben
11 in più dei nostri avversari. Questo ci ha bruciato energie. Soprattutto
all’inizio per l’adattamento alle gare di eliminazione in Europa ne abbiamo consumate
parecchie”.
Dopo i due pareggi
iniziali avete subìto 4 sconfitte di seguito, mentre nelle susseguenti 7 avete
perso solo dallo Stade Losanna. Un segnale indubbiamente positivo:
"In certe situazioni siamo
anche stati un po’ imprecisi e sfortunati. Abbiamo incassato delle reti in fine
di partita, ne abbiamo perse dopo essere riusciti a recuperare lo svantaggio.
Sono state queste situazioni a condizionarci, adesso la squadra si è adattata
molto meglio. Speriamo di avere anche in campionato una buona velocità di
crociera…”.
A parte lo Xamax nessuna
squadra sembra tagliata fuori dalla rincorsa al terzo posto:
“Beh, per noi è soprattutto
importante metterci in carreggiata partita dopo partita senza pensare ai primi
tre posti”.
Parliamo del Bellinzona
che sembrerebbe in difficoltà:
“Siete voi giornalisti che un
giorno valutate una squadra pronta a vincere il campionato e il giorno dopo la
date in pericolo di retrocessione (ride). Per me il Bellinzona è una buona
squadra, in questa categoria le partite le puoi vincere come perdere. La
Challenge di quest’anno è tosta e molto equilibrata”.
Quanti anni ci hai
giocato?
“Le ultime mie sei stagioni,
ma già prima ero stato granata per 3 o 4 anni. In pratica la mia carriera di
giocatore l’ho vissuta tutta al Comunale”.
Con quali allenatori?
“Il primo è stato Mirko Bertoli. Quindi Gianni Dellacasa, Vladimir Petkovic, Marco Schällibaum,
poi tutta una trafila con Alberto Cavasin, Martin Andermatt, Roberto Morinini.
Con Vlado siamo saliti in A nel 2008 (presidente Manuele Morelli, piazza
Governo straboccante di gente, sembrava di essere tornati la sera dell’arrivo sul
piazzale stazione di Mario Sergio! - Ndr)”.
Tante emozioni e sensazioni:
hai un ricordo particolare di quegli anni?
“La vittoria in campionato,
il mio primo gol in Europa contro l’Ararat, la finale di Coppa contro il
Basilea, seppure persa (granata in maglia rosa…, ndr). Sono tanti i ricordi,
c’era stata di mezzo anche una salvezza…”.
Tre anni come responsabile
del Team Ticino che aveva partecipato con successo al Torneo pasquale (speriamo
possa tornare in orbita). Qualche nome?
“Arigoni, Guidotti, Morandi,
Abedini, ma ce ne sono altri”.
Tanto per ridere, venite in
Ticino per vincere?
“Sicuramente non per perdere
(una bella risata, ndr). Vogliamo dare il massimo, sappiamo naturalmente che
affronteremo un avversario forte”.
Affrontiamo anche noi
seriamente il discorso. In caso di vittoria il Vaduz si porta a – 4 dal
Bellinzona. Giocherà poi in casa con lo Xamax mentre i granata andranno a
Losanna. Le posizioni di classifica potrebbero avvicinarsi ulteriormente. La
compagine del Liechtenstein, che ha giocato due partite con il turbo (9 gol), dimostra
di essere in ottima salute. Da qui è lecito percepire qualche timore in casa
ACB. Oltretutto ‘Ale’ è un uomo simpatico, ricco di brio, vivacità e fantasia. E
un allenatore competente e dinamico che ha il vantaggio di non essere
minimamente sotto pressione. Il suo legame con squadra e società si sta facendo
sempre più forte.