La figura mitologica che
ci è venuta in mente, ieri, più che Eupalla (figura moderna e non della
classicità, come sappiamo), vedendo il Lugano a Ginevra, è stata quella di
Giano Bifronte che, nell'antica Roma, era il dio degli inizi, ma famoso in
quanto normalmente raffigurato con due volti, poiché in grado di guardare il
futuro e il passato. E, in questo caso, la prima mezz'ora del Lugano è stato
uno dei punti più bassi, se non il peggiore in assoluto della gestione
Croci-Torti: undici giocatori ognuno per sé, incapaci di passare la metà campo
avversaria con tre passaggi azzeccati consecutivi sino al 12', e sotto di due
reti grazie a una serie di errori individuali assortiti. A bordo campo il
tecnico, ripreso diverse volte dalle telecamere, impietrito e impotente di
fronte al naufragio dei suoi. Poi, all'improvviso, la metamorfosi. Dopo aver
incassato la seconda rete, i ticinesi sono tornati a essere quelli delle ultime
settimane: più dinamici, più decisi, a caccia della profondità e della porta
avversaria. Un'impressionante collezione di legni (4 in totale, anche se da uno
è scaturita la seconda palla che Celar ha insaccato, riducendo le distanze),
poi l'espulsione di Rouiller (giusta secondo noi, poi vi diremo perché) e,
nella ripresa, il meritato pareggio grazie a Doumbia, con la fattiva
collaborazione del portiere dei ginevrini.
Un buon punto, viste le
premesse, e un Lugano Bifronte: inspiegabile la prima mezz'ora, come scrivevamo
sopra, riscattata però da una buona prestazione nel prosieguo dell'incontro.
Diverse occasioni fallite (Mahou che tutto solo ha mandato fuori di testa da
buona posizione, poi Steffen nel finale di primo tempo già sul 2-1, che ha
tirato sul portiere anziché servire Bottani da solo a centro area, e sfortunato
prima, quando ha centrato il legno a botta sicura) e un secondo tempo giocato
in superiorità numerica, ma con i padroni di casa che hanno fatto valere le
loro ottime virtù in retroguardia (la terza meno battuta del torneo: ma il
Basilea, secondo, ha giocato due partite in meno), facendo densità nella
propria metà campo, ma quasi sempre senza riuscire a ripartire. Un pareggio
giusto, per una partita a due facce, proprio come il dio Giano della tradizione
latina.
Sottotono Valenzuela
(espulso per doppia ammonizione nel finale: salterà la sfida della settimana
prossima contro lo Zurigo) e Steffen. L'attaccante ex Basilea e Wolfsburg,
probabilmente, si è preso un bello spavento in occasione della partita in casa
contro lo Young Boys: la paura di perdere il Mondiale, evidentemente, lo sta
frenando un pochino, e ci sta. Chi invece ce la sta mettendo tutta è Celar (nella foto Putzu), che
si è gettato senza paura a colpire in tuffo di testa la sfera respinta per
l'ennesima volta dal legno, incontrando così lo scarpino di Roullier, che
tentava di spazzare. La palla si è insaccata, ma lo sloveno ha avuto la
peggio, ed è stato costretto a lasciare il campo con una vistosa ferita al
capo. L'arbitro ha in un primo tempo ammonito il difensore romando, ma il VAR
lo ha poi richiamato per una seconda valutazione. In effetti, fermo restando
l'involontarietà da parte del centrale ex Chiasso e Lugano, la sua condotta era
gravata da quella che i regolamenti sportivi chiamano "Endangering the
safety of the opponent", il cosiddetto "Dolo eventuale" nella dottrina
giuridica, vale a dire quando si mette in conto che una nostra condotta possa
provocare un danno all'altra persona. Espulsione giusta, quindi, a nostro
parere. Gli altri, benino, tenendo conto del naufragio della prima mezz'ora,
con un Doumbia ancora una volta in gran spolvero, in grado, in questa
occasione, addirittura di andare in gol in prima persona. In questo momento,
l'ivoriano è davvero l'uomo insostituibile di questo Lugano, per la sua
capacità di recuperare palloni e far ripartire l'azione. Anche i cambi c'hanno
messo del loro: a parte Amoura, che è rimasto sul terreno per poco tempo, e in
una partita contro una difesa chiusa, che non ne esaltava le caratteristiche
tecniche, gli altri hanno contribuito parecchio al raggiungimento di un
pareggio che era il minimo risultato atteso (anche se non scontato), su un
campo che non ha ancora visto i padroni di casa inchinarsi in stagione davanti
a chicchessia.
Ora serve trovare
serenità. Non sappiamo se possa aver influito il caso Ziegler (che sembra
comunque sul punto di rientrare); tuttavia, la prima mezz'ora è stata davvero
la peggiore della stagione, dal punto di vista dell'attitudine. Considerati gli
impegni che attendono i bianconeri in questo finale di stagione prima della
lunga sosta per i mondiali, appare necessario uno sforzo di tutti per ritornare
sul percorso segnato poche settimane fa. La cosa positiva è che i prossimi
impegni saranno tutti tra le mura amiche, in particolare quello di Coppa: e la
scelta, da parte della società, dell'ingresso gratuito per questa serata
importantissima per il prosieguo di stagione, appare centrata. Il sostegno del
proprio pubblico potrà essere la spinta in più per i sottocenerini? Ce lo
auguriamo.