HOCKEY
Lugano, è la vittoria del collettivo
Grandi prestazioni soltanto dei due portieri: l'Ambrì ha motivi per rammaricarsi
Pubblicato il 02.11.2022 08:48
di Marco Maffioletti
Il derby è alle spalle. Il Lugano sorride, l’Ambrì si rammarica. La maledizione biancoblù continua, 13 sconfitte negli ultimi 14 derby. Cifre che fanno malissimo a tutto l’ambiente biancoblù, anche perché ieri l’occasione era lì da cogliere dopo avere ottenuto il pareggio.
È stata una sfida equilibrata nel complesso. Entrambe avrebbero potuto vincerla. Un primo tempo molto chiuso, due squadre circospette, attente alla fase difensiva, poche emozioni e occasioni da rete. Una seconda frazione dove a farsi preferire è stato invece il complesso bianconero. Infine un terzo periodo con i leventinesi più in palla, dove con il passare dei minuti sono saltati un po’ gli schemi, il tutto per la gioia del pubblico. Il punto in comune delle due contendenti? Entrambe hanno potuto contare su due portieri che hanno una volta in più confermato il loro valore. I finlandesi Koskinen e Juvonen hanno sfoderato interventi spettacolari e di grande classe.
Pestoni e soci sono stati bravi a non mollare e a recuperare le due reti di scarto, il Lugano è stato bravissimo a non vacillare quando magari si stava profilando l’ennesima sconfitta subìta in rimonta. La zampata decisiva di Morini, ottenuta appena 12’ dopo il pareggio di Bürgler, ha rappresentato sin qui forse il momento a più alto godimento del campionato sottocenerino.
Insomma, entrambe le squadre, pur con tutte le difficoltà del caso, hanno mostrato carattere. Un aspetto sorprendente di questo derby è stata la scorrevolezza della gara. Ci si poteva attendere un match più sporco, con più parapiglia e interventi duri. Invece nisba, il derby era già finito attorno alle 21 e 50, in tempo record. Appena cinque le penalità minore distribuite dagli arbitri. C’è da presumere che i due allenatori abbiano dato la consegna di minimizzare al massimo il rischio di ritrovarsi in boxplay. Consegna anche logiche, ma che magari faranno storcere il naso ai tifosi, specialmente quelli biancoblù, usciti sconfitti. L’impressione dal fuori è appunto che il derby sia stato interpretato come qualsiasi altra partita e senza la necessaria cattiveria agonistica, spesso appunto sinonimo di bagarre e conseguenti penalità.
La vittoria bianconera è figlia del collettivo e non di un gesto individuale di grande classe, è la fotografia dell’incontro. Portieri a parte non si sono quasi mai viste individualità dominanti e invenzioni pazzesche dei singoli. Ottimo comunque per i bianconeri aver recuperato Andersson in difesa. Il Lugano in quel di Kloten avrà una nuova occasione per cercare di bissare per la prima volta in stagione un successo. Se si vuole scalare la classifica non ci sono alternative, bisogna iniziare a infilare un filotto di successi consecutivi. Sarà interessante vedere se Gianinazzi tornerà a puntare sul difensore Kaski oppure no.
L’Ambrì, alla sesta sconfitta consecutiva (8 nelle ultime 9 partite), dovrà cercare d’incamerare almeno una vittoria nell’ultimo weekend prima della pausa dedicata alla Nazionale. Un successo sinonimo di balsamo e fiducia per affrontare l’intermezzo con più serenità e infondere un po’ di tranquillità all’ambiente. In questo senso, oltre a cercare di puntellare qualche marcatura difensiva un po’ allegra in determinate situazioni, c’è da sperare che il powerplay torni ad essere incisivo. L’Ambrì non segna con l’uomo in più da tantissime partite. Nelle ultime uscite ha avuto però pure pochissime occasioni per sfoderarlo. In quelle rare circostanze il disco non è nemmeno girato così male e le conclusioni sono arrivate, senza però pungere. Più che un powerplay da migliorare, bisogna dunque riuscire a guadagnarsi maggiori superiorità numeriche. E per farlo ci vogliono velocità di pattinaggio, spunti offensivi e specialmente protezione del disco tali da indurre l’avversario al fallo. In particolare l’ultima caratteristica è legata al talento. E qui c’è davvero il problema di aver perso per due mesi Heim, un cruccio non indifferente per Luca Cereda.
(Nella foto Putzu, Morini esulta davanti allo sguardo della panchina dell'Ambrì)