CALCIO FEMMINILE
"Andiamo nella giusta direzione ma c'è ancora tanto da fare"
A colloquio con Andrea Soler, responsabile tecnico del Team Ticino femminile
Pubblicato il 03.11.2022 08:59
di E.H.
Da qualche mese Andrea Soler è il nuovo responsabile tecnico del Team Ticino femminile. Lo abbiamo avvicinato per sapere come sta andando questa sua nuova avventura e per conoscerlo meglio.
Soler, prima di questo ruolo importante che esperienze aveva avuto nel calcio femminile?
“Le mie esperienze nel calcio femminile sono state proprio all’interno del Team Ticino Femminile come allenatore della squadra U13, diventata poi U14. Esperienze super positive, ho scoperto un mondo ricco di passione e voglia di crescere, che mi ha subito coinvolto al massimo”.
 Il calcio femminile è indubbiamente in crescita: Lei se lo aspettava?
"Onestamente sì, perché il calcio appassiona tutti e tutte. Troppi pregiudizi bloccavano e bloccano ancora tante ragazze nel cominciare a giocare a calcio, ma andiamo nella giusta direzione".
I risultati della nazionale svizzera possono aiutare?
"Sicuramente sono un buon esempio per tutto il movimento femminile, anche se tante ragazze che si cimentano nel calcio lo fanno proprio per la pura passione e divertimento che questo sport riesce a trasmettere. In ogni caso, i risultati della nazionale sono davvero straordinari e speriamo si possa continuare così: magari con qualche giocatrice ticinese in più"
Cos'ha bisogno il calcio femminile per crescere ancora?
"Serve visibilità nazionale ed internazionale, serve promozione nelle scuole calcio, serve abbattere le barriere che ancora ci sono per far cominciare sempre più ragazze nelle società del territorio. Siamo nella giusta direzione, ma si può fare molto di più".
Come si possono invogliare le ragazze a giocare a calcio?
"Le società del territorio devono promuovere il calcio delle bambine. Serve la possibilità di poter provare, cominciare e sperimentare. Senza chiudere le porte se inizialmente una bambina non dimostra confidenza con il pallone: se c’è una cosa che ho imparato dal calcio femminile, è il miglioramento vertiginoso delle ragazze non appena hanno la possibilità di giocare a calcio con continuità"  
E quali sono i problemi che bisogna ancora risolvere?
“Ci sono ancora pregiudizi e reticenze da parte di alcuni adulti nel far cominciare le loro figlie a giocare a calcio, come anche alcune società che non vogliono destinare tempo ed energie a questo mondo. Per fortuna ci sono anche esempi positivi e tante società che stanno abbracciando sempre più ragazze, creando anche squadre di allieve solo femminili. Il tutto sotto l’attento occhio e la positiva spinta di una sezione femminile della FTC molto attiva in questo senso”.
In certe nazioni le donne guadagnano come gli uomini, almeno a livello di squadre nazionali. Cosa ne pensa?
"È un discorso contorto e complicato: ci sono tanti esempi di calciatrici che guadagnano più degli uomini, ma dipende tanto dalla visibilità del calcio femminile che attira ricavi per le calciatrici stesse e per le società. Senza visibilità, e quindi senza potenziale interesse del pubblico, non ci si può permettere grandi guadagni. Una cosa è certa: anche le donne hanno il diritto ad essere calciatrici professioniste".
Soffermandoci un po' sul gioco, le partite sembrano essere meno spezzettate rispetto a quelle degli uomini. Che altre caratteristiche hanno le partite delle donne?
"Dal punto di vista tecnico e tattico, viene espresso un gioco di ottimo livello. Ci sono ovviamente delle differenze di carattere fisiologico, che lo rendono un gioco meno esplosivo e meno “spettacolarizzante” per certi aspetti: questo anche per un facile paragone con quello maschile. Non per questo non è intenso, anzi. Non dobbiamo farci appannare nel giudizio dal paragone con quello maschile, basti pensare al tennis o alla pallavolo. Le differenze sono evidenti, ma non per questo l’intensità e lo spettacolo sono da meno".
Perché la gente dovrebbe venire a vedere il calcio femminile?
"Perché è un ambiente sano e di valori, di passione, di determinazione e grande volontà. Speriamo che possa avere la visibilità che merita, senza quest’ultima possa sporcare l’ottimo ambiente “
Per chiudere: quali obiettivi si pone per il futuro del Team Ticino Femminile?
“L’obiettivo è quello di continuare sulle solide basi create in questi primi anni di programma Team Ticino Femminile, consolidando la struttura organizzativa che ci ha permesso di ottenere risultati straordinari. Nel futuro, vorrei rendere questo programma sempre più professionalizzante e strutturato, per non lasciare nulla di intentato per la tante ragazze che vogliono e meritano di provare a diventare professioniste. Inoltre mi piacerebbe rendere più coinvolte le società del territorio nella creazione di settori giovanili femminili, per aumentare il numero di ragazze e quindi raggiungere un più alto numero di talenti”.