OFFSIDE
L'Ambrì che forse non era bello, ora è proprio brutto
Ottava sconfitta consecutiva per la squadra di Cereda che con 296 panchine raggiunge Pelletier
Pubblicato il 06.11.2022 10:16
di L.S.
Non è tranquillo Luca Cereda e d’altronde è difficile esserlo dopo otto sconfitte consecutive. Non gli era mai capitato da quando è seduto sulla panchina dell’Ambrì Piotta.
Un record negativo che appanna anche quello di panchine raggiunte uguagliando Serge Pelletier (296).
Una cifra che in queste ore non vuole dire nulla, anche se il passato non si cancella e un giorno questa cifra lo renderà orgoglioso.
Oggi no, non è il momento. Adesso c’è frustrazione, c’è voglia di spaccare il mondo, anche di rispondere con un netto “non sono d’accordo”, a chi gli fa notare che l’Ambrì ha giocato male in entrata di partita.
Vorrebbe poter rigiocare adesso, senza affrontare quella pausa che da una parte potrebbe essere benedetta, dall’altra addirittura maledetta.
Si perché non è bello fermarsi per dodici giorni con alle spalle una serie così negativa.
L’analisi di questo periodo è presto fatto, forse anche in maniera un po’ troppo sbrigativa: “Pensavamo di essere troppo belli e abbiamo speculato. L’hockey ci ha punito”.
Perché pensavate di essere troppo belli? Ma soprattutto, perché avete speculato? La storia dell’Ambrì non dovrebbe aver insegnato qualcosa? Sono domande che restano lì sospese e che forse non avranno mai una risposta.
Il calo di questo periodo Cereda se lo aspettava: insomma, non si poteva fare niente o quasi per evitarlo. Almeno questo è ciò che traspare dalle sue parole.
La responsabilità? Di chi forse aveva descritto l’Ambrì troppo bello, mentre con l’Ambrì si sa, a essere fiduciosi si sbaglia. Sono concetti di Cereda, che adesso però richiama per l’ennesima volta tutti alla sofferenza di gruppo, a stringersi ancora di più e lavorare sempre più forte.
È questo il tema da domani, il chiodo che bisognerà battere forte per venir fuori da una situazione che nessuno si aspettava.
Tranne ovviamente il tecnico dell’Ambri.