Il momento a
Lugano non è dei più facili. Non tanto per la classifica, che tutto sommato regala
ancora una discreta serenità nonostante una sola vittoria nelle ultime dodici partite, quanto
per il nervosismo che sembra affiorare in qualche giocatore. Soprattutto in quelli
che devono mordere il freno in panchina e che vengono impiegati meno dal
mister.
Mercoledì sera a
mostrare il loro malcontento frammisto a frustrazione, sono stati due giovani: Stefano
Guidotti (21 anni) e Christopher Lungoyi (20 anni).
Il primo, dopo
aver appreso a Cornaredo di non essere tra i 18 convocati, ha preso armi e
bagagli e se n’è andato a casa invece di seguire, com'è normale che sia, la partita dei compagni dalla tribuna.
Christopher Lungoyi invece,
tra i panchinari al fischio d’inizio, è sembrato poco convinto quando a una ventina di minuti dalla fine sarebbe dovuto andare a riscaldarsi, richiamato a gran voce dall'assistente allenatore Croci Torti. Una "indecisione" che qualche
minuto più tardi Jacobacci ha punito con l'inserimento di Ardaiz.
Insomma, si può
essere o meno d’accordo con le decisioni dell’allenatore ma il rispetto delle
sue scelte e di conseguenza quello per i compagni di squadra non può mai venir
meno. È alla base di ogni sport di squadra.
Non è ovviamente
con questi comportamenti che si può pensare di ribaltare le gerarchie e far cambiare idea all’allenatore, che adesso dovrà decidere cosa
fare per la partita di domenica contro il Lucerna.
Archiviarla come una semplice "ragazzata" o punire esemplarmente i due?
Un’altra brutta
gatta da pelare in un momento non proprio felicissimo in cui la squadra avrebbe bisogno più che mai di serenità.