CALCIO
"La speranza è l'ultima a morire"
Parla Davide Lurati, ex presidente del FC Chiasso e ora municipale della città di confine
Pubblicato il 10.11.2022 08:10
di Enrico Lafranchi
Il FC Chiasso, come tutti ormai sanno, si trova in una situazione disperata. Ne parliamo con Davide Lurati, già presidente (2011-20l6) e attuale Capo Dicastero Sport e Tempo Libero.
Quali sentimenti dominano in lei in questi giorni?
“Il primo è comunque sempre quello della speranza. Vale a dire che si possa trovare una soluzione finanziaria, magari anche in zona Cesarini per usare un termine calcistico, che riesca a salvare il FC Chiasso. Questo è il mio primo sentimento”.
Il secondo? 
“Che la speranza sia l’ultima a morire. Da ex presidente vedere un eventuale fallimento del glorioso FC Chiasso, facciamo tutti gli scongiuri del caso, mi provocherebbe un senso di totale sconforto. Se questo sentimento non dovesse concretizzarsi sarebbe motivo di infinita tristezza per tutti noi momò”.
Ad appesantire la situazione c’è anche il Comune…  
“Il Municipio ha operato come doveva da un punto di vista politico. Nonostante varie sollecitazioni sia scritte che verbali che sono state fatte dal sottoscritto insieme al sindaco Bruno Arrigoni ai rappresentanti della società, non potevamo esimerci dall’inviare questo precetto esecutivo. Da un punto di vista politico noi rappresentiamo la gente di Chiasso, non è che si possano fare delle differenze. Siamo stati costretti ad agire così!”.
D’accordo, però i fedelissimi rossoblù potrebbero pensare che a dare il colpo di grazia sia il Municipio… 
“No no, da quanto sento e leggo sembra che ci siano altre situazioni. È errato pensare e ragionare in questo modo”.
Con il Comune c’è la possibilità di metterci una “pezza”? 
“Assolutamente no! Il Municipio andrà fino in fondo. Siccome il debito è superiore ai 100 mila franchi, la palla passa ora al Legislativo. Il prossimo Consiglio comunale del 12 dicembre dovrà decidere se continuare questa procedura (stare in lite) oppure ritirare il precetto”.
Lei cosa prevede? 
“A questo punto penso sia difficile che il CC lo ritiri”.
Da presidente non aveva mai avvertito questo tipo di segnali? 
“Va detta una cosa. Se guardiamo il nostro panorama calcistico l’ultimo ticinese che ha investito per una squadra di livello è Angelo Renzetti. Anche da noi le cose funzionavano bene. Nel periodo in cui ero presidente, l’azionista di maggioranza era Franco Della Torre. Poi si sono succeduti imprenditori italiani e la cordata Ukrainets che hanno sempre ottemperato ai loro impegni. È chiaro che i due anni di Lockdown e da ultimo la guerra in Ucraina hanno aggravato la situazione. Questo è stato un po’ il punto determinante, però si è sempre sperato di venirne fuori”.
Invece… 
“Nel giugno dell’anno scorso (2021) quando sono circolate voci che la penultima proprietà era intenzionata a vendere, qualche pensiero ci è venuto. Timori che purtroppo si sono manifestati in questo stato di cose”.
Il Chiasso è l’unica società ticinese che va per la maggiore a non essere fallita:
“Eh sì, è sempre stato un motivo d’orgoglio per me essere alla presidenza della squadra di una cittadina di 8000 anime che figurava nell’élite del calcio svizzero e non è mai fallita”.
Tocchiamo ferro, c’è il rischio di vedere il Chiasso ripartire dal calcio regionale? 
“Si farebbe punto e a capo come il Bellinzona e sta facendo il Locarno. Il Lugano questa caduta l’ha potuta evitare solo grazie alla fusione” (con l’Agno di Beppe Morotti, Ndr).
Concludendo, non si intravede proprio una via d’uscita? 
“Si dovrà per forza intravedere, non c’è più tanto tempo a disposizione. O si trova una soluzione o ahimè, ahinoi, si va incontro al peggio. È ormai una questione di pochi giorni!”.
(Era il 2014, quando il Chiasso ingaggiò Regazzoni: nella foto a sin. Davide Lurati e l'ex allenatore Zambrotta, nella foto Maffi)