CALCIO
Sicuri che Balotelli sia l'unico ad aver sbagliato?
Nel nostro campionato è in un atto un cambio generazionale arbitrale: preoccupato anche Wermelinger
Pubblicato il 10.11.2022 08:04
di Isidoro Jelmini
Mario l’ha fatta fuori dal vaso. Di nuovo. Ha accusato chi dirige il calcio svizzero di essere parte di un sistema mafioso: sbagliato. Ma ha anche detto cose che non sono tanto campate in aria.
Punto primo: ha dichiarato di non essere sufficientemente protetto. Vero, anzi verissimo. Spietate nella loro chiarezza le immagini che il Sion, il club di Balotelli, ha allegato al comunicato stampa nel quale difende il suo giocatore. Una su tutte “smaschera” l’incomprensibile direzione contro il Lucerna, partita nella quale l’ex centravanti della nazionale azzurra riceve diverse cariche da tergo che non vengono sanzionate dall’arbitro, il quale, oltre a non punire come avrebbe dovuto i giocatori svizzero-centrali, ammonisce Balotelli alla prima per una educata rimostranza.
Punto secondo: dice che c’è un problema di aggressività nelle tifoserie elvetiche. Vero: non c’è una sola partita in cui non si accendano fumogeni che finiscono spesso con il causare interruzioni durante una partita. Ed è anche vero che in molte curve di Super League si tende ad avere poco rispetto dell’avversario, coprendolo di insulti. Insulti ai quali Balotelli ha risposto con un bel dito medio: censurabile, ma ricordiamoci che lo stesso fece un fischietto di casa nostra più di qualche anno fa nei confronti di alcuni ultras dello Young Boys.
Alla base di molte magagne secondo SuperMario c’è l’incapacità arbitrale. Vero, con delle attenuanti, delle circostanze concomitanti che stanno danno vita alla tempesta perfetta. Innanzitutto e lo ha detto “urbi et orbi” il capo degli arbitri svizzeri Daniel Wermelinger, c’è un cambio generazionale, nel quale arbitri di provata esperienza (Jacottet e Bieri per non fare che un paio di nomi), si sono ritirati o sono in procinto di farlo. E questo nel momento in cui c’è l’allargamento da 10 a 12 delle squadre di Super League. Ciò significa che si ritrovano a dirigere nella massima lega arbitri che non sono pronti a farlo. E questo Wermelinger lo sa e lo dice, senza remore. La sua preoccupazione di inizio campionato era quella di riuscire a fare passare il concetto che per qualche mese le cose per i fischietti svizzeri nell’élite non sarebbero state facili e per questo ha chiesto pazienza. Legittimo. Ha però anche chiesto qualcosa anche ai “suoi”: di mostrare più “Fingerspitzgefühl”, espressione tedesca che letteralmente significa “sentimento sulla punta della dita”. In poche parole avrebbe voluto vedere nelle direzioni più sensibilità nella lettura dei momenti di gioco: ciò significa ad esempio non ricorrere a sanzioni disciplinari nei confronti di un giocatore che si lamenta per essere martoriato dagli avversari. E in questo gli arbitri non si sono dimostrati capaci di adempiere al loro compito, in molte situazioni. L’unico che sa leggere il gioco con il dovuto tatto è Fedayi San. Infatti prima di diventare un (ottimo) arbitro ha giocato pure in seconda interregionale: non è sicuramente un caso.
In conclusione: Balotelli ha sbagliato completamente la forma, ma la sostanza, se non condivisibile, è almeno comprensibile. No Mario, non c’è alcun sistema mafioso a guidare il nostro calcio. Non c’è alcun direttore di gara che trami contro di te o contro il Sion. Semplicemente alcuni arbitri non sono pronti per la Super League. E altri, quelli più preparati, vengono spremuti come limoni: e poi succedono “disastri” come quelli combinati da Schärer a Cornaredo contro lo Young Boys.
Ti capisco Mario, ma non sono d’accordo con te. Ah, un’ultima cosa: non vorrei essere nei panni di Wermelinger, che deve vegliare su una transizione delicatissima. Auguri Daniel, ne avrai bisogno.