CALCIO
Un Lugano intelligente e paziente
I bianconeri battono il Winterthur al termine di una gara gestita molto bene: ora sotto col Sion
Pubblicato il 10.11.2022 08:32
di Silvano Pulga
La sensazione, ieri, al fischio finale della partita di Coppa svizzera contro il Winterthur, è stata che il Lugano avesse reso tutto facile. Intendiamoci: la partita non è stata brutta, tutt'altro. Certamente, dopo la bella prova offerta dagli zurighesi a Lucerna in campionato, sabato sera, ci aspettavamo altro. Se è vero, infatti, che i biancorossi hanno giocato in difesa, come ci si attendeva, in questa occasione non hanno però fatto vedere la stessa intensità che avevano mostrato alla swissporarena nel fine settimana, e che aveva così ben impressionato noi ma, soprattutto, il tecnico dei confederati Mario Frick il quale, a fine partita, aveva fatto i complimenti alla formazione guidata da Bruno Berner.
A questo giro, invece, il Winti ha giocato in contenimento, provato anche a pungere con Ramizi, autore di due belle conclusioni nella prima frazione, ma senza però cercare con troppa insistenza il vantaggio in una partita che, al di là del pronostico, prevedeva il dentro o fuori. Tra l'altro, dopo il gol incassato a una ventina di minuti dal termine, il tecnico della neopromossa ha tolto Di Giusto e Buess, forse i suoi giocatori più pericolosi: l'ex Vaduz per la sua rapidità e abilità nei duelli individuali, e l'ex Thun e San Gallo per la sua prestanza fisica e la capacità di fare reparto da solo. Il tutto come se avesse valutato che, ormai, la qualificazione fosse andata, e che bisognasse pensare alla sfida di campionato di domenica prossima, sempre a Cornaredo. 
L'undici di Croci Torti ha invece fatto il suo, senza strafare ma con intelligenza e pazienza, proprio come auspicato dal mister alla vigilia: anche qua, come domenica contro lo Zurigo, il segnale che il messaggio è passato ancora una volta, dopo le incomprensioni della prima mezz'ora di Ginevra, forse il punto più basso della gestione del tecnico di Vacallo, dal punto di vista della qualità di gioco. A questo giro, invece, i ticinesi hanno fatto bene sulle fasce, con un Arigoni ormai entrato nei meccanismi di gioco, tanto da cercare la soluzione personale nel primo tempo e creando i prodromi dell'azione che ha portato Mattia Bottani alla rete decisiva. Mahou e Steffen hanno fatto il loro sempre sui fianchi dello schieramento zurighese, con Doumbia che ha tirato un po' il fiato a questo giro, ma con un Bottani che, questa volta, ha fatto ciò che gli riesce meglio: spaziare sul fronte offensivo senza dare riferimenti agli avversari, cercando anche la conclusione in prima persona, quando ne ha avuto l'occasione. Un po' sottotono gli attaccanti titolari: Celar, subentrato nella ripresa e non al 100% come sappiamo, e soprattutto Babic, che ha perso il duello contro i centrali zurighesi. Haile Selassie, anch'egli subentrato nella ripresa, ha continuato il lavoro di demolizione dei fianchi del castello biancorosso; e, dopo il gol, la compagine ticinese ha controllato senza troppi patemi, a parte una conclusione, a 2' dal 90', di Schattin, respinta da un compagno a centro area.
Tutto a posto, dunque, con la consapevolezza che la squadra sembrerebbe aver raggiunto la maturità: non era scontato, con tutti quei nuovi innesti. Ieri (ma è stata una conferma) le prestazioni, in difesa, di Mai e di Arigoni sono state di buon livello. Daprelà, con il tedesco al fianco, ha ritrovato le certezze dei tempi migliori, e ha fatto bene anche quando, a un certo punto, i bianconeri sono passati a difendere a 3. Anche chi è subentrato ha fatto bene: Bislimi e Haile Selassie hanno dato dinamicità, dimostrando anche discreta personalità, cha farà molto comodo da qui a fine stagione. Babic è invece senza dubbio da recuperare: ma ci sarà tempo, da domenica sera in poi, per farlo. Il Crus difficilmente boccia qualcuno e, anche di fronte a prestazioni a volte interlocutorie di qualcuno dei suoi, vede sempre un futuro di crescita.
Di sicuro, dopo la prima mezz'ora di Ginevra, il tecnico è riuscito a riprendere in mano il gruppo: c'è da dire che la reazione si era vista già a Lancy, dopo il secondo gol dei Grénats. Ieri era importante vincere ma, soprattutto, non complicarsi la vita: i bianconeri ci sono riusciti, e nella prestazione opaca del Winterthur, che pure aveva fatto bene in campionato nelle ultime settimane, c'è anche la mano dei ticinesi, che hanno saputo contenere gli avversari. Ora, saranno proprio loro, domenica, l'ultimo ostacolo prima della lunga sosta sino a quasi fine gennaio, mentre l'urna della Coppa svizzera ha messo, sulla strada dei ticinesi, il temibilissimo Sion, la squadra di Coppa per eccellenza, da affrontare tra l'altro al Tourbillon.  Sfida non facile, ma piena di fascino e di motivi d'interesse: per l'ambiente innanzitutto, e poi per la presenza, in Vallese, del grande ex Paolo Tramezzani in panchina e di Mario Balotelli in campo, al netto delle ultime roventi polemiche di questi giorni. Il fascino della Coppa è intatto: e non mancheranno, di sicuro, le motivazioni.