CALCIO
Il Qatar ti guarisce
Tra dieci giorni inizia il Mondiale e le polemiche suul paese arabo non si placano
Pubblicato il 10.11.2022 09:49
di Giorgio Genetelli
La premurosa FIFA ha invitato i calciatori ad occuparsi, per favore, solo del gioco e a non politicizzare il Mondiale. Così ci sarà spazio per i pensatori come Khalid Salman, che è un ex-calciatore ed è passato dalla maglietta all’asciugamano in testa (copyright Walter Sobchak), così può dire ciò che vuole. Tipo che l’omosessualità è una malattia e che chi andrà in Qatar dovrà adeguarsi alle abitudini locali. Sette anni di prigione per un omosessuale dev’essere una terapia, a quanto pare.
Niente politicizzazione del Mondiale, dunque, ma certo. Quindi non si parlerà dei morti sui cantieri e dei sottopagati (leggasi: schiavi senza sindacato), delle donne invise e neglette, della corruzione come vanto, della frettolosissima assegnazione dell’evento all’Emirato che dei diritti umani non vuol sentir parlare, degli stadi climatizzati che al clima vero si oppongono eroicamente.
Poi ci si mette anche Blatter il Redento, che dice cose del tipo che il Qatar è troppo piccolo e la Coppa del Mondo troppo grande, non si capisce bene a cosa siano applicate queste misure da folgorato sulla via di Doha. Di certo ci sono state grandi mazzette per grandissime tasche, loro sì sempre adatte ad accogliere.
Per tornare all’illuminato Khalid Salman, la sua intervista alla Frankfurter Allgemeine è stata troncata sul più bello, quando stava per dire che lui ha molti amici omosessuali e così non ha potuto spiegarsi bene, che peccato.
Mancano dieci giorni all’inizio del Mondiale, giusto il tempo per cambiare orientamento sessuale e presentarsi tutti purificati al cospetto della FIFA, la dea bendata, che elargirà patenti di paradiso a tutti coloro che staranno zitti. Pagare, guardare, giocare, sorridere. Al fresco dei condizionatori, di aria e di cervelli. E alla fine saremo tutti guariti.
A dirla tutta, c’è fastidio anche nell’attaccare le figurine sull’album.