CALCIO
Nefandezze e altre storie
Nel giorno della votazione per i playoff il calcio svizzero dovrebbe farsi un esame di coscienza
Pubblicato il 11.11.2022 09:11
di Giorgio Genetelli
Ricatti, favoritismi, pressioni, insulti, percosse, esplosioni, razzismo. Non è l’elenco di nefandezze di un qualche Stato-canaglia, ma di una semplice giornata del calcio svizzero, tra coppa e campionato. Dodici ore e mezza per andare e tornare da Lucerna sono tante, ma almeno c’è tempo per vedere e ascoltare, dal militare col cagnolino al raststätte alla nebbia artificiale dei Quattro Cantoni. E alla fine, potrebbe avere ragione Mario, eletto a nemico numero uno: che tipo di mafia abbiamo?
Dapprima: i tifosi che fanno pressione sui club per cancellare l’idea dei playoff in Super League e i club accettano. Young Boys, Zurigo, Lucerna, San Gallo, Winterthur e forse anche il Basilea e il Grasshopper sono pronti a ribaltare ciò che avevano accettato pochi mesi fa. Tutti spaventati dalla protesta delle curve, con le quali sono conniventi e tolleranti (gli ultras entrano ore prima del match per le loro fruste coreografie, senza controlli e liberi di trasportare nello stadio ciò che a loro pare).
Poi: a Lucerna, partita sospesa per accensione di fumogeni da parte dei supporter (cosa supportano? chiederebbe Socrate) basilesi, con lo stadio tramutato in una discarica anni Sessanta (di qui la nebbia di cui sopra). Con il capitano Fabian Frei costretto dall’arbitro a parlamentare con i buoi per farli stare calmi nella stalla, o per complimentarsi, chissà. Fuori, un po’ di petardi, per svuotare l’arsenale
Indi, in altri luoghi ameni: lancio di oggetti dei fans del Servette a Wohlen, colpito anche l’arbitro Bieri. Tutto sembra tacere, ai piani alti.
In precedenza: dopo le pedate proditorie ricevute in campo e una ammonizione a suo carico per proteste, la sequela di insulti normali (!?) e razzisti ai danni di Balotelli (presente il sottoscritto a San Gallo e a Berna, riferiti da Basilea), con dito medio finale dello sciocco calciatore a scatenare i moralisti della pagliuzza e della trave.
Tutto questo nel giro di quattro giorni, e senza andare a rivangare gli annosi precedenti tipo la consegna delle maglie pretesa per indegnità e operata dai capicurva del GC a danno dei loro giocatori, qualche anno fa. Un bel palmares. Se lo Stato facesse assumere i costi dell’ordine pubblico ai club anche all’esterno dello stadio, forse allora si estirperebbe la malerba del tifo organizzato (organizzato a delinquere, soprattutto). Con o senza playoff, la foglia di fico.
Ricatti, favoritismi, pressioni, insulti, percosse, esplosioni, razzismo. Sembra una lista da Cupola, o no? Siamo responsabili tutti: autorità, dirigenti, media, tesserati, tifosi. Dai che non ce la facciamo, col torcicollo che ci è venuto nel girare la testa dall’altra parte.