CALCIO
Il Lugano è ormai maturato
I bianconeri chiudono un grande 2022 con una squadra apparsa in crescita
Pubblicato il 14.11.2022 08:27
di Silvano Pulga
Dieci giorni fa, alla vigilia di questa settimana ticinese per il FC Lugano, gli obiettivi erano chiari: fare bottino pieno, per indirizzare la stagione in un certo modo. Classifica alla mano, molto semplice, visto che si giocava contro le ultime due. Ma poi, guardando meglio, si scopriva di avere a che fare con due squadre in crescita (e lo Zurigo, sconfitto a Cornaredo la settimana scorsa, lo ha dimostrato ieri, strapazzando il Servette secondo in classifica, al netto della serie messa insieme dal Winterthur nelle ultime giornate). Insomma, forse non un’impresa, ma sicuramente un compito difficile, per il quale serviva una squadra vera, e non certamente quella vista a Ginevra nella prima mezz’ora di gioco. 
Oggi, a spalti vuoti, prendiamo atto che la missione è stata compiuta: sei punti, che vogliono dire quarto posto solitario in campionato e distanza ridotta dalla seconda, e quarti di Coppa raggiunti. Non si poteva chiedere di meglio, ça va sans dire: ma non è tutto merito di Eupalla. Il gruppo è apparso maturo, in grado di ascoltare e mettere in pratica il messaggio del Crus, che quest’anno, a differenza della passata stagione, si ritrovava a forgiare un gruppo davvero suo, nato anche grazie alle sue indicazioni. Certo, la situazione migliore per un allenatore, e anche quella più gravida di responsabilità. E mai, mai sinora in stagione il tecnico di Vacallo ha cercato alibi diversi per le sconfitte rispetto alle parole “Mi assumo io ogni responsabilità per quanto successo” quando ci si è trovati a commentare risultati negativi. Di questo gli va dato atto: e siccome Eupalla premia l’audacia, ieri è entrato, a fine partita, uno straripante Amoura, che aveva dentro una voglia incredibile. Non è stato un caso che abbia puntato l’avversario che portava palla a ridosso della linea mediana, per poi sottrargliela e partire imprendibile verso la porta biancorossa, dove ha infilato la sfera nel sacco con una rasoiata angolatissima: di sicuro, la frustrazione per essere stato fuori, in queste lunghe settimane, è stata tanta. Ma è anche vero che le prestazioni, sovente, non sono state all’altezza: e, come dice il Crus, giocano quelli che stanno meglio, anche se questo vuol dire crearsi qualche inimicizia. 
Avrebbe meritato il gol anche Babic, fermato invece dal portiere avversario con un intervento di piede: ma ci saranno altre occasioni. Chi invece ha fatto benissimo è stato Celar, tornato il cecchino implacabile nei sedici metri avversari. Pregevole anche  la tecnica con la quale ha infilato la sfera sul secondo palo della porta zurighese: stop di petto e sinistro al volo. Insomma, un buon viatico per il futuro, anche se la partita, che sembrava in cassaforte dopo un quarto d’ora, si è fatta in realtà più complessa con il passare dei minuti. Gli zurighesi, che inizialmente hanno pagato lo scotto dei due centrali diversi dai titolari in campo mercoledì e squalificati in campionato, hanno infatti trovato l’intensità delle precedenti partite, tipo Lucerna. E non è un caso che la rete che ha riaperto l’incontro sia arrivata da una combinazione Buess-Ramizi-Di Giusto, con l’ex Vaduz che ha insaccato dopo aver atterrato Arigoni con una finta di corpo. Ma qua, è uscita la maturità del Lugano il quale, pur essendo in difficoltà, ha mantenuto comunque la testa sul campo, tenendo duro sino all’inevitabile calo fisico degli avversari, infilati poi a pochi minuti dalla fine in modo definitivo da Amoura, subentrato a Bottani, azzoppato da un infortunio muscolare. 
Ora, due settimane di meritato riposo, e tutti sul divano davanti al televisore a godersi i mondiali, con Steffen e l’ospite Shaqiri in campo in Qatar: ci sarà tempo per programmare il prosieguo della stagione, fermo restando che si tornerà in campo già a dicembre, con la preparazione e qualche amichevole di lusso. Mattia Croci Torti non si nasconde; le aspirazioni per un campionato di vertice ci sono, pur nella consapevolezza che ci sono squadre molto forti come il Basilea e non solo (occhio, come sempre, al San Gallo) che hanno gli stessi obiettivi. Il tecnico attende un paio di rinforzi, oltre al ritorno di Durrer e Facchinetti. Certamente, può anche darsi che ci sia qualche partenza: non è un mistero che ci sia qualcuno che aspiri ad andare oltre Cornaredo, così come il fatto che Da Silva, di fronte a offerte interessanti, si siederà al tavolo a discutere. Ma è ormai un fatto che le piante dell’orto sono cresciute, e che il nuovo Lugano sia ormai una realtà. Non era facile, e non era scontato: e ne va dato atto  agli artefici. Buon mondiale a tutti!