Tutto
è pronto, lo spettacolo può cominciare. Sta per iniziare il
Mondiale più discusso della storia. Le polemiche non
mancano. Gli stadi sono otto, sono stati costruiti di recente e sono
molto vicini l'uno con l'altro. Uno spettatore potrà assistere nella
stessa giornata a più di una partita. Le nazionali saranno ospitate
in lussuose residenze e saranno anch'esse a stretto contatto. I
giocatori per gli spostamenti non necessiteranno di aerei. I
biglietti venduti sono tre milioni, ossia quasi la maggioranza di
quelli disponibili.
L'organizzazione
sembra sfiorare la perfezione. Il proposito è quello di stupire.
L'immagine, nell'epoca mediatica per eccellenza, è forma che diventa
sostanza.
Ma
esiste pur sempre il fato che incide sulle vicende umane. In questo
caso l'incognita sono i tifosi. È notorio che gli appassionati sanno
andare oltre. E il calcio è la continuazione del nazionalismo con
altri mezzi.
Nel
piccolo paese dovrebbero arrivare oltre un milione di persone. Un
tipo di turismo mai conosciuto da queste parti, abituato all'arrivo
di visitatori facoltosi e poco rumorosi.
Si
preannuncia uno sforzo notevole per le autorità locali, per ospitare
e gestire i “tifosi”, una categoria anomala e poco conosciuta. Le
strutture ricettive sono costose, sembra che gli organizzatori si
siano, però, attrezzati per offrire anche soluzioni a basso costo.
Poi
c'è il problema di come comportarsi.
Non
resta che seguire pedissequamente le indicazioni fornite, sul suo
sito, dal Governo inglese, che di politica estera, storicamente, se
ne intende.
Premessa:
è fatto divieto assoluto di portare in Qatar alcolici o carne di
maiale, si rischia l'arresto immediato.
Si
finisce in prigione: se si bestemmia; si fanno gesti scortesi
ritenuti osceni.
Le
coppie devono evitare qualsiasi tipo di intimità in pubblico.
Le
donne devono coprirsi le spalle ed evitare di indossare gonne corte.
Uomini e donne devono vestirsi in maniera adeguata quando si
recano in edifici governativi ma anche in centri commerciali.
E
se ci fossero proteste in materia di diritti umani?
Il Colonnello Douglas Mortimer, nel film Per qualche dollaro in più
del regista Sergio Leone, sosteneva che le: “Domande non sono mai
indiscrete. Le risposte lo sono, a volte”.