QATAR 2022
Il Mondiale più "globale"
Sono ben 137 i giocatori naturalizzati presenti alla Coppa del mondo che inizierà domani
Pubblicato il 19.11.2022 15:16
di Red.
La globalizzazione è un fenomeno inarrestabile e la Coppa del Mondo non ne è estranea. Dai 77 giocatori naturalizzati di Sudafrica 2010, si è passati agli 85 di Brasile 2014 e agli 82 di Russia 2018. Qatar 2022 batterà ogni record: 137 giocatori giocheranno per un paese diverso da quello in cui sono nati! Solo l'Argentina, il Brasile, la Corea del Sud e l'Arabia Saudita rappresenteranno delle eccezioni.
Come detto, non è una novità. Gli Stati Uniti hanno raggiunto le semifinali della prima Coppa del Mondo con cinque scozzesi tra le loro fila. Ce ne sono altri. Atilio Demaría e Luis Monti persero la finale del 1930 giocando per l'Argentina... e vinsero la finale del 1934 difendendo l'Italia.
C'è un dato abbastanza sconvolgente: 55 dei 130 giocatori convocati dalle nazionali africane, ossia il 42,3%, sono nati lontano dal Continente Nero. 33 sono francesi. Il Marocco è la squadra con il maggior numero di “stranieri” (14).
La Spagna è un caso sicuramente particolare, in cui spiccano le storie di Aymeric Laporte e Ansu Fati. Il difensore centrale del City, campione d'Europa Under 19 con la Francia, ha già giocato Euro 2020 con la Roja. "Il mio obiettivo è lo stesso della Spagna: vincere qualsiasi competizione. Nessuno può dubitare che darò il massimo", ha detto quando gli è stato chiesto di parlare del suo sentimento nazionale.
Il caso di Ansu Fati è diverso e sicuramente più drammatico. "Crescere senza mio padre è stato molto difficile. Lui è andato in Spagna per guadagnarsi da vivere e io sono rimasto in Guinea-Bissau. Non ho potuto vederlo fino a quando, all'età di 7 anni, ho lasciato il mio paese per andare a Siviglia. Il mio sogno è tornare ad aiutare i bambini e ricordare dove viveva. Non sono ancora riuscito a farlo", ha riconosciuto nel documentario "Made in La Masía".
Il caso opposto a quello di Ansu e Laporte sono i sette spagnoli che giocano lontano dalla Roja. L'ultimo è Iñaki Williams, che giocherà per il Ghana... mentre suo fratello Nico è con la Spagna. "Ora ho 28 anni, sono stato a lungo nell'U21, ho debuttato con Del Bosque nel ritiro prima di Euro 2016, ma non sono stato mai inserito in squadra. Alla fine ho deciso di prendere l’ultimo treno che passava… con il Ghana", ha spiegato Iñaki.
I due Williams (nella foto) non saranno gli unici casi di fratelli presenti a Qatar 2022. Ci sono infatti anche i serbi Vanja (Orense, 1997) e Sergej Milinkovic-Savic (Lleida, 1995).
Entrambi sono nati in Spagna mentre seguivano le carriere dei loro genitori: l'ex calciatore Nikola Milinkovic e la cestista Milana Savic.
Ci sono diversi figli di ex calciatori che sono nati lontano dal Paese che rappresentano. Il motivo è semplice. I loro padri sono passati da una squadra all'altra girando il mondo: Gio Reyna (Sunderland), Marcus Thuram (Parma), Jordan Ayew (Marsiglia), André Ayew (Seclin)... Luuk de Jong, invece, è nato ad Aigle mentre i suoi genitori giocavano a pallavolo in Svizzera.
C’è poi il caso del danese Robert Skov, nato a Gibilterra quando il padre lavorava vicino sullo Stretto. A nove mesi però se tornò in patria.
"È divertente essere nato lì, ma non ho alcun legame con Gibilterra né con la Spagna. La mia casa è Silkeborg”.
Le storie più toccanti sono senza dubbio quelle dei naturalizzati che hanno dovuto abbandonare il proprio Paese a causa delle guerre.
Le lacrime virali di Alphonso Davies dopo la qualificazione del Canada alla Coppa del Mondo hanno emozionato tutti.
"Per sopravvivere bisognava prendere una pistola e io non ero disposto a farlo. È stata una scena terribile. Dovevi saltare sui cadaveri per procurarti il cibo", racconta sua padre Debeah, a proposito della seconda guerra civile in Liberia.
"Aver vissuto una guerra ci aiuta sul campo. Abbiamo avuto delle difficoltà e abbiamo dovuto cercare delle soluzioni", ha sottolineato Ante Budimir a La Vanguardia. Il '9' dell'Osasuna è nato in Bosnia... ma gioca per la Croazia.
Conosciutissimo anche il centrocampista del Real Madrid Camavinga, una delle grandi rivelazioni della squadra di Ancelotti, la cui storia ha già fatto il giro del mondo.
"Siamo venuti qui per sfuggire alla guerra, abbiamo dovuto combattere molto, il calcio è stato il mio modo di fuggire”. Il giocatore madrileno è nato in Angola, ma giocherà il Mondiale con la Francia.
Ma di esempi come questi ce ne sono molti altri. Degenek, Mabil, Kuol, Deng, Lovren, Borjan... anche loro fuggiti dalla guerra o da un campo profughi.
La fase a gironi di Qatar 2022 metterà diversi giocatori contro il loro paese di nascita: Embolo (Svizzera) contro il Camerun, Borjan (Canada) contro la Croazia, Veljkovic (Serbia) contro la Svizzera…
L'argentino Rogelio Funes Mori ha deciso di mettere un po' di pepe alla partita tra l'Albiceleste e il Messico: "È un sogno andare ai Mondiali. Se segnassi contro l'Argentina, festeggerei con tutto il cuore.
I “derby” insomma si sprecano.
Il Marocco potrebbe schierare quattro belgi contro i Diavoli Rossi. Il Galles sfida i "tre leoni" con nove inglesi tra le proprie fila. Uno di loro (Kieffer Moore) sta considerando la nazionalità cinese. La Tunisia è l’esempio più evidente: affronta i Bleus con 10 francesi! "Sono favoriti, ma crescere qui, vivere qui, giocare in Ligue 1 e giocare contro la Francia in una Coppa del Mondo è un sogno", ha detto Wahbi Khazri.
 
E il Qatar? Con che squadra debutterà domani contro l’Ecuador?
La FIFA temeva che i padroni di casa, che hanno meno di 3.000.000 di abitanti, seguissero l'esempio della Coppa del Mondo di pallamano che hanno ospitato nel 2015, quando hanno raggiunto la finale con ben 13 giocatori naturalizzati.
Per evitare queste naturalizzazioni selvagge, la FIFA ha richiesto un minimo di cinque anni consecutivi di presenze nei campionati di quel Paese. Tuttavia, il Qatar è il Paese con il maggior numero di stranieri provenienti da diversi Paesi (8). "Sono portoghese, ma anche qatariota. Non sono diventato cittadino per soldi. Ho imparato ad amare questo Mondiale. Il Qatar ospiterà la migliore edizione della storia", afferma Pedro Miguel Correia.
Ci sono giocatori naturalizzati che sono già dei classici, come l'ex giocatore del Madrid Pepe, che ha scambiato il Brasile con il Portogallo, o Raheem Sterling. "Se la Giamaica mi chiama, perché no?", ha dichiarato l'inglese nel 2009.
Un altro classico, Raphael Guerreiro, è andato al suo primo appuntamento senza capire una parola. "Capisce il portoghese, ma solo se gli parliamo molto lentamente", ha ammesso Rui Jorge. Karacic ha abbracciato l'Australia dopo aver giocato con la Croazia U21. "Non è mai stato in Australia, qualche anno fa parlava a malapena l'inglese e sta ancora imparando l'inno", ha rivelato il Sydney Morning Herald.
Il portiere del Chelsea Édouard Mendy è nato in Francia e ha giocato in Guinea-Bissau prima di andare in Senegal: "Mio padre era di lì ed era malato. Ho deciso di dargli questa gioia prima che morisse.
Oscar Duarte, ex Levante ed Espanyol, ha l'onore di essere il primo giocatore nato in Nicaragua a giocare una Coppa del Mondo. Lo farà con il Costarica.