Domani si comincia, cerimonia e partita inaugurale del
Mondiale. Si freme e in piazza fervono i preparativi, perché l’assegnazione non
perdona e se la fontana non ha su i festoni la cosa viene male fin da subito.
Dopo che il Finzi Pasca è stato scartato per scarsità di idee, l’inaugurazione
è stata affidata al Liberio, che da due mesi strusa in cantina e nessuno sa cosa
stia macchinando. Ha chiesto il massimo riserbo, che lui se gli parlano su poi
si deprime e quando si deprime tende a prendere il coltello. Speriamo.
Sarà un Mondiale a impatto zero, con spostamenti di cinquecento
metri al massimo, senza biglietto d’entrata e senza servizio d’ordine, con
pubblico misto e tifoserie affratellate. Per il sesso è lasciato alla libera
intuizione, ma probabilmente tutti hanno un po’ vergogna e non succederà
granché.
Dopo che i due gironi avranno esaurito gli impegni, si
procederà con ottavi, quarti e semifinali. La finale è in programma il 18
luglio, se tutto andrà bene.
Non ci sono favoriti acclarati poiché le squadre sono ancora
alle prese con il reclutamento. Tra anziani riottosi e bambini impazienti, la
situazione è ancora incerta e solo quando scenderanno in campo si proverà a
capire.
Comunque, probabilmente, in qualche modo se la caveranno. Le
regole del gioco sembrano abbastanza interiorizzate, soprattutto il divieto di
toccare la palla con le mani e la proibizione di colpire alla testa un
avversario a terra. Sulle dimensioni del campo e delle porte è stata data
libera scelta, dipende un po’ dalle diverse sedi (otto). Nessuno vuole fare
l’arbitro, si andrà di sportività, prego, e le azioni non si potranno rivedere.
Campì contro Catmon è la partita d’esordio, subito dopo la
cerimonia del Liberio.
Non sta tranquillo nessuno, sarà una lunga notte, non si può
sbagliare niente. Ciao intanto.