HOCKEY
Ticinesi rinate, coach challenge da rivedere
Lugano e Ambrì hanno vinto nel weekend: fa discutere la rete annullata a Bürgler
Pubblicato il 21.11.2022 16:49
di Marco Maffioletti
Splende il sole sulle ticinesi dell’hockey. Il rientro dalla pausa dedicata alla Nazionale è sin qui stato sinonimo di successo. Il Lugano dopo la bella vittoria di carattere in quel di Losanna è riuscito a ripetersi sconfiggendo davanti ai propri tifosi il Berna. Una vittoria limpida e convincente al termine di una sfida interpretata molto bene. Probabilmente si è trattata della migliore prestazione sin qui sotto la guida di Luca Gianinazzi. I bianconeri hanno messo in pista ritmo, grinta e attitudine sfoderando un’ottima organizzazione di gioco. Il risultato? Reti a tratte anche pregevoli e un sacco di divertimento. A impreziosire il tutto c’è stato il rientro di Carr. I sottocenerini non hanno praticamente mai tremato, decisivo anche Koskinen, autore di un intervento incredibile sul 3 a 1. Sulla ripartenza è arrivata la quarta segnatura che in definitiva ha spezzato le gambe agli Orsi. Per Arcobello e compagni è la terza vittoria stagionale e domani arriva il Langnau. Un avversario evidentemente da non sottovalutare, ma con la forma attuale sicuramente alla portata del Lugano. L’occasione per allungare la striscia di risultati positivi è molto ghiotta. Intanto chapeau a Luca Gianinazzi. Il tecnico sembra aver trasformato la squadra e gli ha ridato lustro. I giocatori appaiono più vivi e reattivi. Un Lugano formato come quello di ieri può mettere in difficoltà qualsiasi avversario, com’è giusto che sia. 
L’AmbrÌ dal canto suo ha portato in cascina 5 punti battendo Kloten e Langnau e interrompendo la lunga striscia di battute d’arresto. La pausa ha fatto bene al complesso di Cereda. Buona la prova contro il Kloten, persino migliore di quella di Langnau.  Il blocco formato da Spacek, Pestoni e Chlapik ha impressionato e in particolar modo quest’ultimo è stato ricompensato dalle 4 reti realizzate. Una bella risposta dopo il polverone causato dalla sua intervista a un collega ceco inerente ai problemi che gli creerebbe il sistema difensivo leventinese. La prima linea ha spesso schiacciato i Tigrotti per lunghi tratti nel loro terzo difensivo facendo una pressione costante. Virtanen e Heed hanno preso per mano la difesa dimostrando il loro enorme valore. Per la prima volta Cereda ha deciso di schierare lo stesso portiere nell’arco delle 24 ore affidandosi a Juvonen. In Leventina il credo è quello di puntare sul duo, ma attualmente le prestazioni del finlandese sono di livello altissimo ed è difficile privarsi di lui. Anche perché lo straniero in sovrannumero, Shore, finora assai deludente, non sembra riuscire a far cambiare l’idea allo staff tecnico. Perennemente in tribuna, malgrado l’assenza del miglior centro, ovvero Heim. Se non è una bocciatura, poco ci manca. 
Ha fatto discutere la rete annullata a Bürgler (nella foto) dopo il coach challenge richiesto dal Langnau. Non tanto per la presunta azione di disturbo di McMillan ai danni di Boltshauer, su cui si potrebbe discuterne per ore, ma per come sia stato chiamato il coach challenge. Lo staff leventinese ha protestato affermando che dopo 45’’ il gioco deve riprendere normalmente. Cosa che non è avvenuta. Le squadre erano già schierate per l’ingaggio e l’arbitro stava mollando il disco. All’improvviso si è fermato, gli arbitri sono tornati nei pressi della panchina bernese, hanno discusso e atteso nuovamente una decina di secondi prima di andare a visualizzare la scena al video. La Lega ha reagito l’indomani specificando con un comunicato che i 45’’ sono il tempo minimo concesso per richiedere il coach challenge, ma non esiste un tempo massimo. In sostanza si può richiederlo sino al termine dell’interruzione. Una chiarificazione che ci sta, ma che sa un po’ di eccessiva protezione nei confronti degli arbitri. C’era già stato un precedente all’Hallenstadion, con proprio l’Ambrì coinvolto, lo scorso mese di gennaio. Dopo una rete ottenuta da Daniele Grassi, ci furono enormi discussioni in merito a una penalità segnalata durante la stessa azione. L’interruzione durò un paio di minuti e il tecnico dello Zurigo chiamò il coach challenge poco prima di riprendere il gioco. L’Ambrì inoltrò protesto (si poteva ancora, adesso non più), ma non lo confermò, appurando che la regola dei 45’’ è appunto il limite minimo e non massimo per richiedere il coach challenge. Le due situazioni non sono però paragonabili. Se a Zurigo la lunga interruzione era stata legittima, il prolungamento dello stop alla Ilfis non lo è stato. Non c’era nessuna valida ragione extra (ad esempio un infortunio, un buco nel ghiaccio, ecc.) per permettere ai locali di prendersi così tanto tempo, interrompere la procedura d’ingaggio all’ultimo millisecondo e oltretutto tergiversare ancora. La situazione è stata insomma gestita in maniera tutt’altro che ottimale dagli arbitri i quali non sono però nemmeno aiutati dal regolamento attuale. Qui urge sicuramente un cambiamento.