Il caso di monsieur Malaussène
Leggi un libro trovi un principio
Quando si trova il colpevole la comunità è rassicurata
Pubblicato il 20.02.2021 13:51
di Angelo Lungo
Belleville è un quartiere di Parigi, dai vicoli stretti e dalle salite ripide, i numerosi negozi etnici lo rendono fascinoso e colorato. Descritto come un luogo quasi fantastico, dove può accadere di tutto, lo scrittore francese Daniel Pennac ha ambientato le avventure dei “Malaussène”.
Si tratta di una vera e propria “tribù”. Il protagonista è Benjamin un trentenne, colto, buonista e idealista. È il capofamiglia, è lui che si deve occupare di fratellastri, sorellastre e nipoti. La madre è in perenne preda della passione, è una donna innamorata dell’amore, ha storie che finiscono senza il lieto fine, rimane sempre incinta. C’è anche un cane Julius, ha crisi epilettiche, i suoi latrati preannunciano sventure e ha un alito pestilenziale.
La saga è intrisa di ironia, sembrano storie pazzesche ai limiti dell’assurdo, esalta un’idea esagerata di libertà. Di normale non sembra esserci nulla, eppure la famiglia ha una grande dignità esistenziale e privilegia l’umanità al cinismo.
Scrive Pennac: “La famiglia? La famiglia Malaussène? Meglio non parlarne, della famiglia! Una tribù di rompicoglioni mezzi arabi, sempre tra i piedi dal mattino alla sera, simpatica la famiglia Malaussène!”.
Benjamin, pur essendo laureato in legge, di professione fa il capro espiatorio, comincia in un grande magazzino e poi continua in una casa editrice, quando un cliente si lamenta è stato assunto per farsi strapazzare, assume un’aria contrita e miserabile per fare impietosire fino alla compassione il suo interlocutore.
Pennac rende in forma romanzata il concetto di capro espiatorio formulato dall’antropologo René Girard. Quando la rivalità diviene eccessiva e si generano ragioni di paura e insicurezza, un sentimento di odio si diffonde in tutta la società e converge su una sola vittima: il capro espiatorio. Qualcuno che deve pagare per tutti, la comunità trova un accordo unendosi contro il più debole, la violenza viene indirizzata su un bersaglio legittimo e non pericoloso, il sacrificio dell’altro rafforza il legame sociale. Nessuno interesse per le sorti della vittima che è colpevole di essere diverso fisicamente, moralmente e la giustizia è sommaria e spedita.
Leggendo un romanzo troverete una grande intuizione perché come viene spiegato a Benjamin: “Vede il Capro Espiatorio non è solo quello che all’occorrenza paga per gli altri. È soprattutto, e anzitutto, un principio esplicativo, Signor Malaussène”.