Allo stadio Riviera tutti si sono arrogati la vittoria e si
è dovuto attendere la formazione di una assemblea che si è riunita a Ca’ dal
Geni la sera stessa per stabilire il risultato finale della sfida agli antipodi
tra Quartin e Zenturu, due club separati da ben cinquecento metri e da opposte
idee generiche. Dopo il verdetto, niente sarà più come prima e l’autogestione
progressista delle prime tre giornate lascerà il posto all’ordine stabilito
dalla presenza dell’arbitro.
Il match, disputatosi sotto una pioggia torrenziale, era
finito con un 3-2 secondo quelli del Quartin e un 2-3 secondo i calcoli dei
confratelli della Zenturu. Un faccia a faccia tra due ipotesi, il tichetach dei
padroni di casa e i lanci lunghi degli ospiti, tattiche invischiate nella palta
argillosa della zona.
Poi il fattaccio nell’ultimo dei 72 minuti di recupero, sul
2-2. Lo Snaidero, difensore della Zenturu che aveva persino emesso un rutto
nello scalciare a tutta forza, ha svirgolato nella sua porta l’ultimo pallone, gesto
tecnico che però è stato conteggiato a favore della sua squadra.
Col fango ormai oltre le caviglie, si è scatenata una rissa
talmente coinvolgente che elementi umani del pubblico sono tuttora dispersi
assieme alle sagome di cartone scioltesi nel diluvio. Il Jannazza del Quartin,
uno straniero assimilato grazie al fatto che lì ha tenuto tanto tempo le capre,
ha fatto esplodere la palla spaventando tutti e mettendo fine alle rimostranze.
In processione, i giocatori sono stati condotti in piazza,
legati ai platani e costretti ad attendere il verdetto. Che è arrivato verso le
undici, con l’Amado ad alzare una bandierina della Parisienne per ordinare un
quintino e finendo per segnalare, simbolicamente, il fuorigioco dello Snaidero,
sancendo per acclamazione il 2-2 e togliendo tutti dall’imbarazzante stasi
dialettico-etilica in cui stava dibattendosi l’assemblea.
Il provvidenziale gesto ha promosso l’Amado a arbitro
ufficiale. Inorgoglito senza ancora sapere bene perché, con solerzia ha passato
la notte a rileggere il regolamento comunale dei rifiuti per trovare analogie
con la sua visione strutturale del giuoco del calcio.
Alcuni giocatori sono stati dimenticati agli alberi e solo
la mano pietosa di un fulmine che ha squarciato uno dei platani li ha liberati.
Lo Snaidero è rientrato a casa che sembrava uscito da una miniera e l’hanno
anche rimbrottato con una certa ingratitudine, immemori della sua lontana e
sfiorita somiglianza con Cruijff.
Ieri
Quartin – Zenturu 2-2
Oggi
Riposo attivo e incontro con le delegazioni